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La studentessa di Pescara si è presentata sotto casa della prof accusata di atti sessuali

La minorenne, ora 16enne, si sarebbe presentata sotto il palazzo in cui abita la professoressa di Pescara accusata di atti sessuali su di lei, cercando dunque un contatto. Il legale ha parlato di “un fatto grave contro di lei”.
A cura di Antonio Palma
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La studentessa minorenne che ha rivelato una relazione con la sua professoressa 54enne a Pescara si sarebbe presentata nei giorni scorsi sotto casa della stessa docente e allontanata dall’arrivo della polizia. A questo episodio, ricostruito dal Messaggero, probabilmente faceva riferimento nelle scorse ore anche l’avvocato dell’insegnante che aveva riferito di “un fatto grave contro di lei” senza però voler fornire dettagli più precisi sull’accaduto.

La minorenne, ora 16enne, si sarebbe presentata sotto il palazzo in cui abita la professoressa accusata di atti sessuali su di lei, cercando dunque un contatto con la donna dopo la bufera giudiziaria costata alla professoressa liceale la sospensione dall’insegnamento per un anno, seguita poi da una inevitabile attenzione mediatica sul caso.

I fatti sarebbero avvenuti lo scorso weekend in particolare sabato quando la ragazzina si sarebbe presentata sotto la casa della prof, la stessa in cui, secondo l’accusa, si sarebbe consumato il rapporto sessuale tra lei e la docente. Con lei pare ci fosse anche un’amica e coetanea, la stessa che ha confermato il suo racconto agli inquirenti.

La professoressa e le due adolescenti però non sarebbero entrate in contatto dopo che la docente ha chiamato le forze dell’ordine per avvertirle del fatto. L’arrivo di una volante  infatti ha messo subito fine al tentativo delle ragazze che poteva costare all’insegnate un aggravamento delle misure cautelari in quanto vige per lei il divieto di avvicinamento.

Non è chiaro quali fossero le intenzioni delle ragazze ma il legale della professoressa ha annunciato di voler presentare denuncia. L’avvocato ha anche presentato già una istanza al Tribunale del Riesame per alleggerire ulteriormente la misura dell’interdizione dall’insegnamento per la sua assistita, che ha già evitato il carcere domiciliare come invece aveva chiesto la Procura. La difesa della professoressa infatti continua a sostenere che non vi è stato alcun rapporto intimo tra adulta e minore ma una semplice relazione di amicizia e affetto tra alunna e insegnante.

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