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La ‘febbre’ del gioco d’azzardo, 3 milioni di italiani a rischio ludopatia

In tre anni la percentuale di giocatori è passata dal 42% al 47%. Si tenta la sorte soprattutto nel Centro-Sud. Il fenomeno riguarda in particolare uomini e disoccupati. Ed è boom tra gli adolescenti italiani, oltre un milione nel 2012. I dati dello studio dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa.
A cura di Biagio Chiariello
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In Italia il gioco d’azzardo non conosce crisi. Tra il 2008 e il 2011 la percentuale di persone tra i 15 e i 64 anni che ha rincorso il sogno di almeno una vincita è passata dal 42% al 47%. Circa diciannove milioni di scommettitori, di cui ben tre a rischio ludopatia. Con Lotto, Supernenalotto, Gratta e vinci, scommesse sportive e poker online, gli habitué delle scommesse si sono moltiplicati, anche tra i giovanissimi e le donne. Ma il "prototipo" di giocatore è maschio, disoccupato e con un basso livello di istruzione. E' quanto emerge dagli ultimi dati dello studio Ipsad (Italian population survey on alcohol and other drugs) dell'Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa, in possesso dell'Adnkronos Salute. Dall'indagine viene fuori con chiarezza che sebbene i giocatori sociali, vale a dire quelli senza alcun profilo di rischio, siano la maggioranza, quelli classificabili a basso rischio sono già due milioni (11%). Coloro che invece, si avviano a sfiorare la dipendenza patologica sono circa un milione. "Un dato – spiega Sabrina Molinaro, responsabile della ricerca – che ha fatto scattare più di un campanello di allarme come dimostrato dalle azioni promosse da alcune direzioni sanitarie locali per l'assistenza di queste persone ‘drogate' dal gioco".

Donne e giovanissimi – 7,5 milioni di donne, pari al 38% del totale degli scommettitori, ha giocato d'azzardo almeno una volta nel 2011. Un bell'aumento se si pensa che erano 5,8 milioni nel 2007. C'è però da dire che se si prendono in considerazione le sole over 40, il balzo è ancora maggiore: dal 20% di quattro anni prima al 40% del 2011. Cresce anche la quota di under 18 che punta  su uno dei tanto giochi presenti sul mercato: sono 630mila i minorenni che hanno speso almeno un euro giocando d'azzardo nel 2012 secondo lo studio Espad Italia 2012 realizzato dall'Ifc-Cnr di Pisa. Più di un milione sono invece gli studenti che lo scorso anno riferiscono di aver giocato soldi. Secondo l'indagine – che ha coinvolto 45mila studenti delle scuole superiori e 516 istituti scolastici di tutta la Penisola – nell'ultimo anno il 45,3% degli studenti ha puntato somme di denaro. A essere decisamente più coinvolti nel vortice del gioco sono i ragazzi (55,1% vs. 35,8% delle ragazze).

L'identikit del giocatore – Come detto, secondo i dati a disposizione dell'Adnkronos salute, sono soprattutto i maschi a finire nella spirale del gioco. Il titolo di studio più frequente è la licenza elementare. Il giocatore ‘tipo' è disoccupato e, se lavora, ricopre la mansione di operaio; se invece inquadrato come lavoratore autonomo, ha un contratto precario o è un libero professionista. I luoghi più ‘pericolosi' sono per gli uomini sale gioco, sale Bingo, ma anche in parte il circolo ricreativo, il telefonino e internet. Una presunta solitudine accomuna il giocatore maschio alle giocatrici: sono separati, divorziati o vedevi/e. Le giocatrici ‘tipo' sono in possesso della licenza di scuola media inferiore; se impiegate rivestono un ruolo di dirigente e hanno un contratto a tempo indeterminato; mentre se lavoratrici autonome sono imprenditrici. Tra le donne impiegate nei trasporti e nelle comunicazioni si rilevano i maggiori rischi: 5,1%.

Dove si gioca – Innanzitutto nel centro-sud: il primato spetta alla Campania (57%), segue la Calabria (55%) e poi Lazio, Sicilia, Puglia e Abruzzo (tutte si attestano su circa il 53%). Le regioni dove invece si gioca di meno rispetto alla media nazionale (47%) sono quelle del Nord: Emilia Romagna sopratutto (41%), ma anche Trentino Alto Adige (42%), Liguria e Veneto (44%). Nonostante nelle regioni meridionali il gioco d'azzardo sia più diffuso che nel resto d'Italia (è il Molise a registrare la percentuale più alta: 13%), i giocatori con profilo di rischio moderato non sono concentrati solo in queste aree. Dove si gioca di meno, come ad esempio in Friuli Venezia Giulia, la quota di gambler è assai più sostenuta (8%) in confronto alla media nazionale (5,3%).

I giochi favoriti –  Lotto/Superenalotto e Gratta e vinci/Lotto istantaneo sono tra i favoriti in assoluto, con percentuali che vanno dal 75% al 67% nelle regioni del centro-sud e, anche se con percentuali leggermente inferiori, in quelle del nord. Sempre al meridione particolarmente diffuse sono anche le scommesse sportive(30% rispettivamente in Campania, Puglia e Basilicata; 24% in Calabria; 20% Sicilia). Nelle regioni nord-occidentali e nord-orientali ci sono quote rilevanti di ‘players' che si dedicano al texas hold'em o e alle macchinette da gioco elettroniche (percentuali oltre il 10% in alcuni casi), ma più diffuse sono le scommesse sportive (tra il 17% della Liguria, il 14% della Lombardia e il 10% delle altre). Gli uomini, in generale, sono maggiormente coinvolti da scommesse sportive (47%) e poker texano (45%) mentre le donne giocano di più a gratta e vinci e similari.

Le problematiche collaterali – Dallo studio Ipsad, emergono anche significativi elementi che permettono di interpretare meglio il profilo del giocatore. Innanzitutto circa il 6% di chi gioca tende a tenere nascosta l'entità del proprio coinvolgimento. A differenza del giocatore moderato, poi, il gambler consuma più alcol e, soprattutto al test di screening Cage (che misura l'uso problematico di alcol), si rileva un numero maggiori di giocatori problematici (26% contro l'8%). Allo stesso modo il giocatore d'azzardo con profilo patologico incontra più spesso l'abitudine alle bevute compulsive (16,5% vs 6%). Si conferma anche il cliché della sigaretta in bocca al giocatore accanito: 47% contro il 26% dei non problematici. Anche fumare hashish o marijuana è più diffuso tra i soggetti con profilo a rischio rispetto al resto degli scommettitori più moderati.

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