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“Io, prof trans, vi dico: nei confronti di Cloe Bianco la politica ha avuto un atteggiamento diabolico”

Parla della vicenda di Cloe Bianco la professoressa Andrea Francesca Perinetti, 61 anni, che ha fatto il suo coming out e si è presentata a inizio anno scolastico 2021/2022 come donna, circondata dal supporto e dal sostegno dei suoi studenti del Liceo Botta di Ivrea, della dirigente scolastica e dei colleghi del corpo docenti.
A cura di Gianluca Orrù
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La professoressa Cloe Bianco, demansionata dopo che nel 2015 si è presentata ai suoi studenti con la sua identità femminile, si è suicidata il 10 giugno nel camper in cui era andata a vivere in provincia di Belluno dopo aver interrotto i contatti con familiari e amici. “Così tutto termina ciò che mi riguarda – ha scritto sul suo blog come ultimo messaggio – subito dopo la pubblicazione di questo comunicato porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte".

Cloe Bianco era una donna transgender che una mattina del 2015 si è mostrata alla sua classe, presso l'istituto di Agraria di San Donà di Piave come donna, con tacchi e gonna, che ha chiesto di essere riconosciuta come tale, di essere chiamata Cloe. A seguito del suo coming out, una sua studentessa ha raccontato tutto a suo padre che prima ha informato la dirigenza scolastica e poi si è rivolto all'allora assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan, di Fratelli d'Italia, la quale aveva definito la vicenda una "carnevalata" e si era chiesta se "davvero la scuola si è ridotta così". In seguito alla vicenda Cloe Bianco è stata demansionata e trasferita in segreteria, da allora un pellegrinaggio in vari istituti e l'allontanamento progressivo da tutti, anche dai familiari, la vita solitaria in un camper parcheggiato su un lato della strada regionale tra Auronzo e Misurina e infine il fuoco, il suicidio, la morte. Una vicenda tragica sulla quale si è espressa anche Vladimir Luxuria, che ha parlato dell'allontanamento dall'insegnamento di Cloe Bianco come di "induzione al suicidio".

"Nemmeno il tribunale e i sindacati sono stati in grado di comprendere il travaglio personale di Cloe Bianco perché troppo violento – così Vladimir Luxuria a Fanpage.it – ma chi ha il diritto di decidere come una persona deve affermare se stessa?"

A Fanpage.it parla Andrea Francesca Perinetti, 61 anni, professoressa del liceo Botta di Ivrea che dopo una vita passata a insegnare greco e latino ha mostrato al suo mondo, ai suoi studenti e ai colleghi il suo volto reale, facendo coming out come donna: una storia simile ma dall'esito completamente diverso, che racconta di come l'accoglienza alla transizione non sia per forza qualcosa di drammatico e impossibile.

Andrea Perinetti, Professoressa di Greco e Latino al Botta di Ivrea
Andrea Perinetti, Professoressa di Greco e Latino al Botta di Ivrea

"Penso al disagio – racconta la professoressa Perinetti – al malessere, al dolore e alla sofferenza profonda che questa donna ha vissuto dentro di sé nella sua vita. All’incapacità della politica e dell’istituzione scolastica di capire e di accettare, all’inclusione che era richiesta e necessaria".

La storia della professoressa Perinetti è diversa da quella di Cloe Bianco non solo per l'esito: il suo coming out, più che una sorpresa per tutti, è stato un percorso il cui terreno è stato preparato a lungo e maturato durante la pandemia, quando le lezioni in DAD l'avevano costretta a fare i conti con la propria immagine maschile riflessa nella webcam ma nella quale Andrea Francesca non si riconosceva più. Da quel momento il percorso a tappe, il coinvolgimento dei colleghi, della dirigente scolastica e infine l'accettazione degli studenti.

"Quello che mi fa dispiacere – prosegue la professoressa Perinetti – è che da quello che so sulla base di una protesta di un genitore è intervenuto un assessore regionale. Dove erano la preside e i colleghi? La dirigenza scolastica? Credo sia stato un passaggio troppo netto e radicale, dalla protesta di un genitore direttamente alla politica, una cosa che mi stupisce perché non c’è stato dialogo. I colleghi avrebbero potuto esprimere un conforto, ci sono dei vuoti in questa storia che non me la fanno capire completamente".

"Chiaro che questa posizione drastica ha fatto degenerare tutto – prosegue Andrea Francesca Perinetti – questa posizione severa, l'atteggiamento di quelli che ancora continuano a parlare di lei come del “professor Bianco” con un disprezzo mi colpisce molto. Non è soltanto il perseverare in una sorta di mancanza di pìetas, ma è anche l'incomprensibile incapacità di capire le ragioni di una persona che manifesta il proprio disagio. Questo è l'atteggiamento di una persona che è rimasta ancorata a pregiudizi senza la volontà di capire".

La professoressa Andrea Perinetti si riferisce all'assessore di Fratelli d'Italia Elena Donazzan, che anche in questi giorni continua a difendere le sue parole e ad attaccare la comunità LGBT e i sindacati, colpevoli a suo dire di aver abbandonato "il professore", e continua a riferirsi a Cloe Bianco come a un uomo.

"Questa è mancanza di empatia, incapacità di… non volontà di guardare in faccia alla realtà, le persone trans esistono in tutto il mondo e in tutto il mondo vivono una vita come tutte le altre persone, perché noi siamo persone come tutte le altre, non persone di serie B. Questo misconoscimento del diritto mi sembra molto grave soprattutto da parte di chi è impegnato in un’attività di servizio come quella politica".

Non provare alcun rimorso, non cercare alcuna scusa, non rendersi conto delle parole troppo forti usate contro una persona in uno stato di disagio e di difficoltà: "L'ho definito ‘un uomo vestito da donna' – insiste Elena Donazzan di Fratelli d'Italia appena quattro giorni fa su Repubblica.it – e cos'è se non questo?" e ancora "Dissi che era un uomo travestito da donna. Mi minacciano, ma rivendico quelle parole".

"Questo atteggiamento – spiega la professoressa Andrea Francesca Perinetti – è etimologicamente diabolico: diàbolos in greco vuol dire qualcuno o qualcosa che divide, separa, è il diaballo, qualcuno che ti fa cadere, che ti fa inciampare, che ti mette i bastoni tra le ruote, l’atteggiamento diabolico è quello di coloro i quali invece di creare concordia creano divisione, che fa male quando è gratuita e strumentalizzata per finalità politiche".

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