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Integratori a base di curcuma ed epatite: per le analisi nessun collegamento

Le analisi condotte dal gruppo interdisciplinare di esperti costituito dal Ministero della Salute hanno escluso la presenza di contaminanti o di sostanze negli integratori quali possibili cause del danno epatico. Vista la segnalazione di altri casi all’estero, le etichette però saranno cambiate per aggiungere indicazioni e avvertenze per i consumatori.
A cura di Antonio Palma
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Dopo mesi di incertezza e sospetti che avevano spinto le autorità sanitarie a ritirare dal mercato, in via precauzionale, decine di integratori a base di curcuma, le analisi hanno scagionato i prodotti stabilendo che non vi è correlazione con le decine di casi di epatite colestatica registrati nello stesso periodo. Lo rende noto il Ministero della salute comunicando i dati delle indagini condotte dal gruppo interdisciplinare di esperti appositamente costituito e dalla sezione dietetica e nutrizione del comitato tecnico per la nutrizione e la sanità animale. "Le analisi effettuate sui campioni dei prodotti correlati ai casi di epatite hanno escluso la presenza di contaminanti o di sostanze volontariamente aggiunte quali possibili cause del danno epatico" sottolinea il comunicato del Ministero.

Cosa ha provocato i 21 casi di epatite

La conclusione a cui sono arrivati gli esperti e che la curcuma da sola non può aver generato i 21 casi segnalati, anche se tutti  erano avvenuti dopo l’assunzione di integratori alimentari contenenti estratti e preparati di Curcuma longa, e, in un caso, dopo il consumo di Curcuma in polvere. Per questo, si legge nel comunicato, "ad oggi, le cause sono verosimilmente da ricondurre a particolari condizioni di suscettibilità individuale, di alterazioni preesistenti, anche latenti, della funzione epato-biliare o anche alla concomitante assunzione di farmaci".

Integratori alla curcuma: avviso sulle etichette

Durante lo studio, però, analizzando i dati della letteratura scientifica e le informazioni fornite dagli altri Stati europei, il gruppo interdisciplinare di esperti ha scoperto che anche in altri Paesi sono emerse segnalazioni di casi di epatiti acute ad impronta colestatica correlati all’uso di estratti di curcuma. Per questo motivo, sempre a scopo precauzionale, è stato deciso di modificare le etichette di alcuni degli integratori sotto esame, apponendo indicazioni aggiuntive e avvertenze per i consumatori.

Nel dettaglio "si è deciso di adottare una specifica avvertenza per l’etichettatura degli integratori in questione, volta a sconsigliarne l’uso a soggetti con alterazioni della funzione epato-biliare o con calcolosi delle vie biliari e, in caso di concomitante assunzione di farmaci, ad invitare comunque a sentire il parere del medico" spiegano dal Ministero della salute. Per la curcuma in polvere, invece non saranno presi provvedimenti "considerando la storia e le dimensioni del consumo come alimento". Dal Ministero assicurano però "la situazione continuerà ad essere seguita con attenzione in relazione all’emergere di eventuali nuovi elementi o dati scientifici da considerare al fine di tutelare la sicurezza dei consumatori"

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