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News sull'incidente dell'autobus a Mestre

Incidente di Mestre, il procuratore: “Il bus si è accostato al guardrail e l’ha sfondato. Nessun incendio”

Il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi: “Sembrerebbe che il pullman si sia accostato al guardrail, lo abbia seguito per una cinquantina di metri prima di un’ulteriore sterzata verso destra che ha provocato la caduta”.
A cura di Davide Falcioni
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Cosa è accaduto ieri sera poco prima delle 20, quando un autobus che trasportava quaranta turisti è precipitato da un cavalcavia a Mestre causando la morte di 21 occupanti? Le indagini sono ancora agli inizi ma il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, ha tenuto nella tarda mattina una conferenza stampa per fare il punto della situazione. Il magistrato ha confermato il bilancio delle vittime, di 21 morti e 15 feriti, alcuni dei quali molto gravi. "Quelli non gravi sono stati sentiti da carabinieri e polizia municipale. Tuttavia molti feriti sono in condizioni gravissime e verranno ascoltati successivamente". Il Procuratore ha spiegato che le indagini sono nel vivo e sono emersi alcuni "particolari certi". L'ipotesi di reato è quella di omicidio plurimo stradale e tutto il tratto di strada interessato dalla tragedia è stato sequestrato, così come il bus.

Stando a quanto emerso nelle ultime ore "l'impatto del pullman è avvenuto una cinquantina di metri prima rispetto al punto in cui è precipitato. Sembrerebbe che il pullman si sia accostato al guardrail, lo abbia seguito per una cinquantina di metri prima di un'ulteriore sterzata verso destra che ha provocato la caduta. Non risulta che ci sia stato un incendio; c'è stata una fuoriuscita di gas probabilmente dalle batterie di litio, ma stiamo facendo tutti gli accertamenti". Proprio sulle batterie verranno effettuate analisi più approfondite nei prossimi giorni.

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Il Procuratore ha chiarito che non ci sono segni di frenata e "non c'è stato nessun urto con altri mezzi", come inizialmente trapelato. Su un altro veicolo che si trovava accanto all'autobus non sono stati trovati segni di impatto, "tant'è vero che è stato l'autista di questo mezzo a chiamare i soccorsi. È anche intervenuto con un estintore per un primo tentativo di soccorso".

Quanto alle vittime il dottor Cherchi ha affermato che il riconoscimento delle salme risulta molto difficoltoso. "Molti non avevano i documenti con sé". Spetterà alla polizia scientifica, di concerto con i medici legali, acquisire tutti gli elementi utili a dare un nome ai morti, inclusa l'analisi del DNA. Otto salme sono state riconosciute, mentre le altre non ancora. Si valuterà inoltre lo svolgimento di un'autopsia su alcune delle vittime, tuttavia appare certo – ha aggiunto Di Marco – che c'è "un rapporto causale tra la caduta del mezzo e la morte" degli occupanti. L'autopsia verrà invece condotta sul corpo dell'autista, Alberto Rizzotto, per verificare se abbia accusato un malore: "Cerchiamo di prendere tutti gli elementi in questa fase, non abbiamo un preconcetto rispetto all'indagine che è contro ignoti".

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