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Il testamento di Lilia uccisa dal compagno a Spinea: “Mi hai promesso l’amore eterno ma mi hai uccisa”

La figlia maggiore di Lilia Patranjel ha pubblicato sui social una toccante lettera a nome della madre uccisa dal compagno a Spinea. “Hai promesso amore eterno a me e i miei figli, ma mi hai uccisa”
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Mi hai promesso l'amore eterno e di amare i miei figli come se fossero tuoi, ma mi hai uccisa". Sono queste le parole che la figlia di Lilia Patranjel fa dire alla madre attraverso una toccante lettera social. La donna di 40 anni è stata uccisa a Spinea nella serata di venerdì dal compagno Alexandru Ianosi. 

L'uomo l'ha uccisa a coltellate intorno alla mezzanotte di venerdì dopo una lite. Prima di chiamare i soccorsi, ha vegliato il cadavere fino alle 5 di mattina.

"Nel mio destino non volevo altri uomini, ma eccoti qui – scrive ancora la ragazza immaginando cosa avrebbe detto la madre -. Un ragazzo bellissimo dentro e fuori. Mi hai fatto innamorare dal primo momento con i tuoi pregi e i tuoi difetti. Non mi hai promesso il mare o il sole, ma mi hai promesso l'amore eterno e di amare i miei figli come se fossero tuoi. Mi hai promesso una lunga e bella vita insieme, ma è stato come se le promesse fossero al contrario".

Il racconto è stato pubblicato online insieme alla raccolta fondi per il funerale della donna. A scriverlo, la figlia maggiore nata dal primo matrimonio. Su GoFundme ha raccolto già 2.300 euro per le esequie della 40enne barbaramente uccisa in casa.

Nella lettera firmata a nome della madre, la ragazza immagina gli ultimi istanti prima dell'omicidio. "Tu, Alezandru, ti siedi e mi guardi mentre fumi una sigaretta dopo l'altra – scrive -. Tutto con una calma che la terra non ha mai visto. Ma perché fumi con la mano fuori? Ah, ora capisco: nella mano destra hai un coltello, lo stesso con il quale mi hai pugnalato non una ma molte volte. È tutto freddo ora intorno a me. Finalmente è tutto finito. Mio caro marito, ti ho amato troppo per pagare con la mia vita. Il mio bambino è stato preso dai carabinieri e portato in ospedale. Io, Lilia, me ne vado in carrozza. Sono libera".

Nella giornata di sabato e in quella di domenica, amici e parenti della vittima si sono stretti in preghiera in una parrocchia ortodossa romena di Spinea, a pochi passi da dove si è consumata la tragedia. "Abbiamo pregato insieme per la sua anima, per accompagnarla nel suo ultimo viaggio. Abbiamo poi preso accordi con il Comune per organizzare una raccolta fondi per il rimpatrio della salma" ha spiegato padre Vasile Stelian Apostol al quotidiano La Nuova Venezia.

Atteso per i prossimi giorni anche l'arrivo del padre di Lilia che vuole coordinare il rientro in patria della salma.

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