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Covid 19

Il consulente di Figliuolo dice che non sequenziamo la variante Delta: “Casi sottostimati”

“La verità sulla diffusione della variante Delta in Italia la scopriremo per ultimi perché non sequenziamo. Ma per evitare di ritrovarci questo autunno come l’autunno scorso dobbiamo tracciare, sequenziare, isolare”. A dirlo Guido Rasi, ex direttore generale dell’EMA e oggi consulente del commissario Figliuolo.
A cura di Davide Falcioni
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Quali sono i numeri reali di contagi da variante Delta in Italia? In realtà non lo sappiamo ancora e ad ammetterlo è stato lo stesso Guido Rasi, già direttore generale dell'EMA ed oggi consulente del commissario all'emergenza Figliuolo: "La verità sulla diffusione della variante Delta in Italia la scopriremo per ultimi perché non sequenziamo. Ma per evitare di ritrovarci questo autunno come l’autunno scorso dobbiamo tracciare, sequenziare, isolare”, ha detto Rasi ieri durante la presentazione del suo libro Generazione V dedicato ai professionisti sanitari. Lo scienziato ha quindi aggiunto che "la variante Delta (ex indiana) di Sars-CoV-2 colpisce di più la fascia giovanile e sotto i 30 anni, ed è anche logico perché sono tra i meno vaccinati. I numeri stanno uscendo in questi giorni".  Rasi ha inoltre rimarcato come, proprio per questa aggressività della variante Delta, "è importantissimo vaccinare anche la fascia 12-16 anni. I casi di ospedalizzazione dei ragazzi sotto i 30 anni, dovuti alla variante Delta, sono bassi – ha comunque precisato Rasi – perché è una fascia di età meno vulnerabile".

Rasi: "Stiamo sottostimando i casi di variante Delta in Italia"

In attesa che vengano raccolti dati sulla diffusione della variante Delta in Italia Rasi ha preconizzato che "diventerà dominante" perché ha un "tasso di contagiosità maggiore" ma i casi "sono meno gravi e riguardano la fascia più giovane". L'ex numero uno dell'EMA, intervenuto questa mattina ad Agorà di Rai Tre, ha aggiunto: "Non è sicuramente più aggressiva – ha spiegato – perché le varianti fanno così, non vogliono uccidere l'ospite ma vogliono trasmettersi meglio, la speranza è questa". Rasi ha ammonito sulla carenza di screening a fronte della presenza in Italia di focolai diffusi: "Probabilmente stiamo sottostimando, ma io sono convinto che siamo ancora in tempo per fare una tracciatura. Siamo però nelle ultime ore valide, se sfugge poi i casi diventano troppi. Ancora una volta – ha osservato – non abbiamo fatto il sequenziamento e l'isolamento dei pochi casi che si può fare quando appunto sono ancora
pochi".

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