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Covid 19

Il bollettino del 10 aprile spiegato: ricoverati in calo, ecco la vera buona notizia della settimana

Dimenticate riaperture a breve, cali repentini dei contagi di Coronavirus e fasi 2: la vera buona notizia è che per tutta la settimana sono diminuiti ricoverati e pazienti in terapia intensiva. L’epidemia non è finita, l’emergenza sanitaria nemmeno, ma nella settimana di Pasqua questo è un ottimo auspicio. Occhio a uscire però: “Ci sono sempre più asintomatici in giro”, avverte Giovanni Forti, data analyst di YouTrend.
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Una settimana di calo dei pazienti in ospedale e nelle terapie intensive, ma i contagi diminuiscono molto lentamente: il  bollettino del 10 aprile sull’emergenza Coronavirus in Italia diffuso dalla Protezione Civile nel consueto punto stampa ci dice che i contagi, oggi, sono stati 147.577 (+3951 rispetto a ieri, 1396 i nuovi casi attivi), di cui 30.455 guariti (+1.985 rispetto a ieri) e 18.849 decessi (+570 rispetto a ieri). Dei casi positivi accertati, 66.534 sono in isolamento domiciliare, 28.242 sono ospedalizzati con sintomi e 3.497 sono ricoverati in terapia intensiva. La buona notizia di oggi riguarda nuovamente i pazienti in intensiva, il cui numero diminuisce di oltre cento unità. La regione più colpita dalla pandemia di coronavirus resta la Lombardia, seguita da Emilia Romagna e Piemonte. 906.864 i tamponi totali effettuati sino ad ora.

“Meglio di ieri, ma il trend è quello del fine settimana, in crescita rispetto ai numeri incoraggianti di lunedì e martedì”. Stanno aumentando i guariti, ma la cosa nuova è che stanno aumentando in tutta Italia”. Giovanni Forti, 25 anni è studente di Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant'Anna. Dal 2018 fa parte della redazione di YouTrend, dove di occupa della parte editoriale, dell'analisi dei dati e della produzione di data visualization e su YouTrend ha scritto diversi articoli sulla pandemia del Covid-19: “La percentuale di crescita tra tutte le regioni è molto schiacciata – spiega Giovanni Forti a Fanpage.it -. Tutte crescono tra il 2% e il 4%,  a parte pochissime regioni del sud. Chiudiamo la settimana con tutte le regioni che stanno raggiungendo il plateau che la Lombardia ha raggiunto all’inizio della settimana. Al nord però da quel 2% non ci si schioda”.

Ci sono buone notizie, in questo lungo plateau?

Sì, e arrivano da ospedalizzati e terapie intensive: siamo al sesto giorno di fila in cui vediamo calare gli ospedalizzati, che erano 33004 sabato scorso e che oggi sono 31739 oggi. Lo stesso vale per le terapie intensive, dove siamo al settimo giorno di calo: venerdì scorso erano 4068, oggi sono 3497.

 

Questo vuol dire che stanno diminuendo anche i contagi?

No, e vale la pena ribadirlo: aspettarsi cali repentini è voler interpretare in modo fallace la realtà.

E come mai?

Non ci può essere un calo repentino semplicemente perché non c’è alcun motivo perché ciò accada. C’è gente che lavora, c’è gente che esce, c’è gente che si ammala in casa, c’è gente che non prende precauzione. Non abbiamo azzerato, ma ridotto le probabilità di contagio: l’R0  è sceso da 2,7 a poco sotto 1. Questo vuol dire che la direzione è quella giusta, ma prima che arrivi a zero, con questi ritmi, passerà un bel po’.

Niente riaperture a breve, quindi?

Nelle zone in cui ci sono ancora tanti contagi – e la Lombardia lo è anche oggi, come lo è sempre stata dall’inizio dell’epidemia – bisogna tenere R0 il più basso possibile: bisogna impedire agli asintomatici di contagiare altre persone. La Lombardia è proprio la regione che dovrebbe tenere la propria mobilità al minimo. È più sensato, nel caso, che riaprano regioni che hanno un numero limitato di casi complessivi.

Dov’è che il virus sta ancora contagiando tante persone?

Al solito, Milano e Lombardia a parte, i dati più rilevanti appartengono alle grandi città: Napoli che fa 70 casi in più, Roma 90 sono le crescite più significative. Importante è anche la crescita dell’Abruzzo, la regione in cui aumentano di più i contagiati, al 4,3%. Il resto dei dati sono relativamente positivi, ma è comunque un plateau, non un calo, non dimentichiamocelo mai.

Quanti tamponi sono stati fatti, oggi?

Oggi c’è stato un numero record di tamponi, sopra i 53mila. La Lombardia e fa circa 9000, l’Emilia Romagna ne ha fatti 4000, il Veneto 9200 e il Piemonte 4650. Questo è molto positivo perché aiuta a far sì che i nuovi dati ci danno una misura più accurata della situazione. Questo non vuol dire che non ci siano ancora problemi.

Quali problemi?

Il tasso grezzo di letalità in costante aumento, oggi al 12,7%, sta continuando a crescere. Noi sappiamo da altri contesti, come la Diamond Princess e Wuhan, che il tasso di letalità totale sta tra l’1% e il 5%. Questo vuol dire che stiamo sottostimando significativamente i nuovi positivi sul totale. La cosa che possiamo dire è che stanno aumentando gli asintomatici sul totale dei malati.

In che senso?

Nel senso che se cala il numero dei contagi osservati, ma il tasso di mortalità continua a crescere, vuol dire evidentemente stiamo osservando un numero di contagi che è sempre più inferiore a quello reale. E che l’epidemia sta calando ma molto lentamente.

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Francesco Cancellato è direttore responsabile del giornale online Fanpage.it e membro del board of directors dell'European Journalism Centre. Dal dicembre 2014 al settembre 2019 è stato direttore del quotidiano online Linkiesta.it. È autore di “Fattore G. Perché i tedeschi hanno ragione” (UBE, 2016), “Né sfruttati né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia” (Egea, 2018) e “Il Muro.15 storie dalla fine della guerra fredda” (Egea, 2019). Il suo ultimo libro è "Nel continente nero, la destra alla conquista dell'Europa" (Rizzoli, 2024).
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