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Grazie ai vaccini anti Covid crollano contagi e ricoveri tra gli ospiti delle Rsa

Uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità tra il 4 ottobre 2020 e il 25 aprile 2021, su un totale di 842 strutture residenziali, mostra gli effetti della campagna di vaccinazione sugli ospiti delle Rsa e sul personale: crollano sia l’incidenza del Covid-19 che i ricoveri in ospedale.
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A cura di Davide Falcioni
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In tutto il mondo le Rsa hanno rappresentato il principale tallone d'Achille nella lotta alla pandemia: per mesi, infatti, il virus è riuscito a penetrare nelle strutture contagiando migliaia di anziani e causandone molto spesso la morte. Ciò è avvenuto non solo per l'iniziale carenza di dispositivi di protezione (come le mascherine), ma anche a causa della particolare fragilità dei residenti e dell'organizzazione di queste strutture, in cui l’aspetto di socializzazione gioca un ruolo importante nella vita di tutti i giorni. Non è un caso, quindi, che il Piano Strategico Nazionale per la Vaccinazione anti-SARS-CoV-2 abbia stabilito che ospiti e personale delle Rsa abbiano avuto la priorità nella somministrazione dei vaccini.

Dall’inizio della campagna, il 27 dicembre 2020, al 4 aprile 2021, oltre 500.000 ospiti di strutture residenziali sono stati vaccinati, un numero sufficientemente alto per monitorare l'andamento dei contagi tra anziani e membri del personale: uno studio sulle strutture residenziali socio-sanitarie condotto da ISS e Ministero della Salute con la collaborazione del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà e delle  Regioni e Province Autonome (periodo: 4 ottobre 2020 – 25 aprile 2021) ha fotografato la situazione in modo piuttosto chiaro. Lo studio, in particolare, ha monitorato 842 strutture residenziali per un totale di 30.824 posti letto in Abruzzo, Campania, Marche, Molise, Sicilia, Toscana e Valle d’Aosta. Di queste, 359 erano strutture residenziali per anziani non autosufficienti, per un totale di 15.775 posti letto.

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L'incidenza del Covid nelle Rsa dopo l'avvio delle vaccinazioni

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Spiega lo studio dell'ISS: "L’incidenza di COVID-19 nelle strutture residenziali è aumentata marcatamente nei mesi di ottobre e novembre, in corrispondenza della seconda ondata epidemica. Nel mese di novembre 2020 l’incidenza settimanale di COVID-19 ha raggiunto un picco del 3,2% nelle strutture residenziali per anziani e del 3,1% in tutte le strutture residenziali. Questo picco è in linea con quanto osservato nella
popolazione generale. L’incidenza di COVID-19 nelle strutture residenziali si riduce, in modo particolare dopo l’inizio della campagna vaccinale. Nell’ultima settimana di febbraio, nei mesi di marzo e aprile si raggiungono valori sovrapponibili o inferiori a quelli registrati nella prima settimana di ottobre (0,4% nelle strutture residenziali per anziani e del 0,3% in tutte le strutture residenziali nella settimana dal 19 al 25 aprile 2021). Questo dato è in controtendenza rispetto all’andamento dell’epidemia nella popolazione generale che ha mostrato una recrudescenza nelle ultime settimane di febbraio e nel mese di marzo".

Gli ospiti delle RSA finiti in ospedale dopo l'inizio delle vaccinazioni

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Analogamente all'incidente la campagna di vaccinazione avviata prioritariamente su ospiti e personale delle Rsa ha avuto effetti positivi anche sui ricoveri ospedalieri: ". Seppure con alcune oscillazioni – spiega lo studio dell'ISS – il grafico sembra mostrare un incremento dei residenti trasferiti in ospedale nel mese di ottobre 2020, fino al raggiungimento di un picco dello 0,5% nel mese di dicembre, sia per le
strutture residenziali per anziani che per tutte le strutture residenziali. Un decremento dell’indicatore in esame si è osservato dalla seconda metà di gennaio 2021, fino a raggiungere lo 0,1% sia nelle strutture residenziali per anziani che in tutte le strutture residenziali nella settimana dal 19 al 25 aprile 2021".

Andamento dei decessi nelle Rsa dal 4 ottobre 2020 al 25 aprile 2021

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Quanto alle morti gli autori dello studio specificano che non è stato possibile valutare quanti dei decessi complessivi siano imputabili a COVID-19 perché l’informazione sulle cause di quelli avvenuti in ospedale non è sempre stata resa disponibile alle strutture. "I decessi appaiono aumentare nel mese di ottobre 2020, sino a raggiungere un picco nella settimana dal 9 al 15 novembre, con circa l’1,2% dei residenti di strutture per anziani non autosufficienti e lo 0,8% per tutte le strutture. Un picco equivalente si registra nella prima settimana di gennaio. Un calo nel numero di decessi complessivi si osserva tra la fine di gennaio e marzo 2021, fino a raggiungere lo 0,6% dei residenti di strutture per anziani non autosufficienti e lo 0,4% per tutte le strutture nella settimana dall’15 al 21 febbraio 2021. Nell’ultima settimana di monitoraggio, dal 19 al 25 aprile 2021, la percentuale di decessi è stata dello 0,7% dei residenti di strutture per anziani non autosufficienti e lo 0,5% per tutte le strutture".

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