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Giuseppe Lenoci muore a 16 anni in un incidente durante lo stage: “Ora fermarsi e riflettere”

Giuseppe Lenoci, studente di 16 anni, è morto in un incidente stradale mentre era in viaggio a Serra de’ Conti nell’ambito di un corso di accompagnamento al lavoro, che prevedeva una parte pratica come stage presso un’azienda.
A cura di Susanna Picone
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"In questo momento bisogna fermarsi e riflettere". A parlare è la sindaca di Monte Urano (Fermo), Moira Canigola, dopo la morte di Giuseppe Lenoci, suo concittadino di 16 anni deceduto oggi in un incidente stradale mentre partecipava a uno stage nell'ambito di un corso di formazione sulla termoidraulica. "Prima di parlare bisogna conoscere e attediamo di avere più elementi a disposizione – le parole della sindaca -, intanto mi sento di esprimere le condoglianza ai familiari per questa immane tragedia a nome mio, dell'amministrazione e di tutta la cittadinanza”. Giuseppe avrebbe compiuto 17 anni fra qualche mese: a quanto si apprende, il corso che stava frequentando prevedeva una parte di lezioni in aula e una parte pratica come stage presso un'azienda. Si tratta di corsi organizzati da enti di formazione del territorio e finanziati dalla Regione Marche.

Secondo una prima ricostruzione, lo studente era a bordo di un furgone di una ditta di termo-idraulica presso cui stava facendo uno stage quando a un certo punto il mezzo è finito fuori strada contro un albero a Serra de’ Conti. Per il ragazzo, che viaggiava al posto del passeggero, non c’è stato nulla da fare. Il conducente, un 37enne, è stato sbalzato via dall'abitacolo, finendo a a vari metri di distanza dal mezzo. L’uomo è stato trasportato all'ospedale di Torrette di Ancona in gravi condizioni.

Il Ministro Bianchi: "Va garantita sicurezza sul lavoro"

Il ministro dell'Istruzione Bianchi, appresa la notizia della morte dello studente, ha lasciato un convegno al quale stava partecipando. "Esprimo il mio più profondo dolore e vicinanza alla famiglia", ha dichiarato in una nota. "La sicurezza sul lavoro deve essere sempre garantita, a maggior ragione quando sono coinvolti dei ragazzi in formazione. Su questo abbiamo già avviato un confronto con il ministro del Lavoro Orlando e messo a ragionare i nostri tecnici. Credo sia urgente ritrovarci anche insieme alle Regioni per un percorso che porti a una maggiore sicurezza in tutti i percorsi di formazione dove sono previsti contatti dei nostri giovani con il mondo del lavoro".

Il dramma di oggi ha riacceso le polemiche sull'alternanza scuola lavoro, oggetto della mobilitazione studentesca seguita alla morte di Lorenzo Parelli, un altro ragazzo colpito da una trave d'acciaio in una fabbrica a Lanuzacco (Udine) dove stava svolgendo un periodo di apprendistato. Tante le reazioni che stanno arrivando in queste ore. “Un'altra tragedia. Questa volta un ragazzo di 16 anni morto durante uno stage. Che deve succedere perché si prenda atto che il sistema attuale non funziona?”, le parole del segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. "Il ministero ascolti gli studenti – ha aggiunto – che si mobilitano e chiedono di fermare questo cortocircuito continuo tornando ad investire pienamente sulla Scuola”.

In una nota l'Unione degli studenti chiede di abolire stage e alternanza scuola-lavoro: “Dopo tre settimane dall'omicidio di Lorenzo Parelli un altro ragazzo è morto durante uno stage, questa volta di sedici anni. Il ragazzo era passeggero su un autocarro che si è schiantato contro un albero, stava studiando in un centro di formazione professionale in regione e stava svolgendo un periodo di stage curriculare nel campo della termo idraulica”. "Questa morte si aggiunge a una lunga lista di morti sul lavoro e all'interno delle scuole – così ancora Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell'Unione Degli Studenti – morti causati da un sistema malato, volto solamente al profitto. Esprimiamo solidarietà e vicinanza alla famiglia, i compagni di scuola e gli amici del ragazzo". "Vogliamo sicurezza dentro e fuori le scuole – continua – vogliamo che l'alternanza scuola-lavoro e gli stage vadano aboliti a favore dell'istruzione integrata che metta in critica il sistema produttivo attuale per costruire dai luoghi della formazione un modello diverso di società". Secondo Redolfi, ci troviamo di fronte a “un'altra morte in un luogo di lavoro, dove uno studente non dovrebbe stare”. “Ci chiediamo – conclude – quanti altri studenti e giovani debbano morire prima l'idea di un sistema unicamente volto al profitto e allo sfruttamento, cambi, una volta per tutte".

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