Funerali Papa Francesco

Gay e respinto dalla Chiesa, Ciro ritrova la fede con papa Francesco: “Mi disse: fregatene, Cristo ama tutti”

Allontanato dalla Chiesa perché gay, Ciro ha incontrato due volte papa Francesco: “Mi disse di fregarmene, Cristo ama tutti”. Nei giorni scorsi è andato a Roma per rendere omaggio al Pontefice defunto.
A cura di Gabriel Bernard
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La foto dell'incontro con Papa Francesco
La foto dell'incontro con Papa Francesco
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"Ho incontrato due volte papa Francesco. E c'è stato anche uno scambio di lettere fra noi. Quello che più mi ha colpito è stata la sua profonda umanità. Sia nei messaggi che mi ha scritto che quando l'ho visto di persona."​

Ciro Vincolo, 27 anni, è seduto sui gradini sotto l'obelisco davanti alla basilica di Santa Maria Maggiore. È arrivato da Napoli in treno per dare l'ultimo saluto a quell'uomo che gli ha cambiato la vita.​

La sua è una storia di esclusione e riconciliazione. Fin da giovane sentì la vocazione e si avvicinò al sacerdozio. "Fu un periodo difficile, ero un adolescente, stavo scoprendo la mia omosessualità. Fui attaccato per questo motivo. Ricordo che vennero usate frasi della Bibbia contro di me. Questo mi fece allontanare dalla Chiesa".​

Poi, nel 2013, una frase del Papa durante il volo per Rio de Janeiro: "Se una persona è gay, chi sono io per giudicare?". Quelle parole accendono una scintilla.​

"Entrai in contatto con don Andrea Conocchia e suor Geneviève, due figure che aiutavano la comunità LGBTQ+ ad entrare in contatto con il Papa. Fu grazie a loro che riuscii a incontrarlo e a scrivergli delle lettere".​

Ciro Vincolo
Ciro Vincolo

Mentre racconta, Ciro mostra una foto sul cellulare: lui e Bergoglio, insieme, durante il primo incontro.​

"Ricordo che mi disse di fregarmene perché Cristo ama tutti. Quel messaggio, detto da lui, fu davvero importante. Mi aiutò molto a riavvicinarmi alla Chiesa Cattolica".​

"Mi auguro che queste tematiche che sono state aperte dal magistero di Papa Francesco non vengano dimenticate facilmente. Non voglio che si percorra la strada della comodità, sarebbe troppo facile. È importante che si legga il Vangelo con occhi d'amore, uno sguardo d'apertura. Non bisogna avere paura", aggiunge.

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