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Garlasco, domani la procura di Brescia sentirà l’avvocato Lovati: si indaga sulla presunta corruzione

Lovati sarà sentito come ‘persona interessata’ sui fatti, spiega a Fanpage.it il suo portavoce, nell’inchiesta sulla presunta corruzione che vede indagato l’ex procuratore Venditti, oltre al padre di Sempio.
A cura di Biagio Chiariello
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Nuovo importante aggiornamento nell’inchiesta di Brescia sulla presunta corruzione che avrebbe portato all’archiviazione di Andrea Sempio nel 2017, nell’ambito del caso Garlasco. Domani, alle 16, la Procura sentirà l’avvocato Massimo Lovati, convocato come "persona interessata", come ha precisato a Fanpage.it Alfredo Scaccia, attualmente portavoce dell'ex legale di Sempio. Come già anticipato da Chi l’ha visto?, ha poi specificato che Lovati si presenterà senza avvocato, pronto a confermare quanto già dichiarato alla stampa. Lovati, va precisato, non è indagato.

Lovati ha manifestato la massima tranquillità, riferirà fatti che sono oggettivamente vere" ha aggiunto Scaccia.

Oltre a lui, sono stati ascoltati come testimoni anche gli altri due ex legali di Sempio, Federico Soldani e Simone Grassi, che in quegli anni facevano parte dello stesso pool difensivo. I loro interrogatori sono durati 4 ore. Le loro deposizioni rientrano nel nuovo filone d’indagine condotto dal sostituto procuratore Claudia Moregola e dal procuratore Francesco Prete, che stanno cercando di chiarire se vi fu effettivamente un pagamento illecito per ottenere l’archiviazione del giovane, oggi di nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco nel 2007.

Nel fascicolo bresciano risultano indagati l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, in pensione, e Giuseppe Sempio, padre di Andrea, con le ipotesi di corruzione in atti giudiziari: rispettivamente come corrotto e corruttore. Secondo la tesi accusatoria, nel 2017 Venditti avrebbe ricevuto tra 20 e 30 mila euro per “favorire” l’archiviazione di Sempio. A sostegno dell’ipotesi vi sarebbe un appunto sequestrato a casa dei genitori del 37enne con la frase “Venditti gip archivia per 20.30 euro”.

Giuseppe Sempio, tuttavia, ha sempre negato ogni accusa, sostenendo che il denaro di cui si parla nelle intercettazioni e nei documenti sequestrati sarebbe servito a pagare in nero il gruppo di avvocati che difendeva allora il figlio, e non a corrompere il magistrato.

E nelle ultime ore, un nuovo elemento ha acceso il dibattito. Durante la trasmissione Ore 14 su Rai 2, condotta da Milo Infante, l’avvocato Fabrizio Gallo, difensore di Lovati, ha appreso in diretta la notizia dell’invito a comparire, riferita da Chi l’ha visto? e attribuita ad Alfredo Scaccia, presentato appunto come portavoce di Lovati. “Fino alle 20 di ieri sera non ero a conoscenza né di una convocazione né dell’esistenza di un addetto stampa. Non sono un pupazzo, sono pronto a togliere il disturbo”, ha dichiarato Gallo in diretta, spiegando di aver tentato di contattare il suo assistito senza riuscirci e di aver ricevuto un messaggio da Lovati alle 4.30 del mattino per verificare la situazione.

Lo stesso Gallo ha poi confermato a Fanpage.it di voler parlare con Lovati per valutare insieme il da farsi, aggiungendo: “Mi chiedo se Lovati avesse bisogno di un portavoce, visto che fino a ieri sera era con me in macchina e non mi aveva detto nulla…”.

Sul fronte processuale, il Tribunale del riesame di Brescia ha fissato per venerdì 14 novembre l’udienza relativa al terzo ricorso presentato da Mario Venditti contro il sequestro dei suoi dispositivi elettronici. Il provvedimento, disposto dalla Procura per effettuare un’“integrale copia forense” dei dati dal 2014, mira a ricostruire i rapporti tra l’ex pm, la polizia giudiziaria e la famiglia Sempio.

Nel frattempo, un’altra perizia disposta dal gip nell’ambito della nuova inchiesta su Andrea Sempio ha escluso riscontri alle accuse: le impronte ritrovate nella casa di Chiara Poggi appartengono infatti al fratello Marco Poggi e a un operatore intervenuto sulla scena del delitto, mentre quelle su alcuni oggetti risultano essere della stessa vittima. Nessun elemento, dunque, che colleghi direttamente Sempio al delitto.

Ha collaborato Simona Berterame

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