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Gambe amputate dopo trombosi, Maurizio non dovrà strisciare più per andare a casa, arriva il montascale

Il 59enne di Chieri, nel Torinese, a causa di gravi problemi di salute, ha dovuto subire l’amputazione di entrambe le gambe. Costretto a strisciare per terra in attesa dell’invalidità e non avendo un supporto adeguato si è detto umiliato per questa situazione. Alla fine è arrivata la chiamata dell’Asl.
A cura di Biagio Chiariello
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Maurizio Mangiapane, 59 anni, residente a Chieri, nel torinese, a causa di gravi problemi di salute, ha dovuto subire l'amputazione di entrambe le gambe. Da allora la sua condizione di disabilità si è aggravata per l'assenza di ascensore nel palazzo in cui vive. Una situazione che ha costretto l'uomo ad una scelta senza alternative, per potersi muovere in autonomia da casa sua: strisciare.

Ora però è arrivata una buona notizia: "Martedì arriverà il cingolato – dice a La Stampa – Sarò libero, finalmente".

I problemi per Maurizio si sono presentati con dolori al corpo che rendevano difficoltoso anche il semplice alzarsi dal letto. Con il passare del tempo la situazione è peggiorata fino a quando gli sono stati trovati diversi trombi che impedivano la circolazione sanguigna in varie aree del corpo, tra cui uno vicino al cuore, e altri nell’area delle gambe e dell’intestino.

E così, il 59enne è stato operato e i medici sono stati costretti ad amputargli entrambe le gambe.

Ma non è tutto. Dopo l’intervento sono iniziati nuovi problemi correlati all'handicap dell’uomo. L'Asl di Torino infatti non ha mai certificato la sua condizione di disabilità, necessarie per poter installare un montacarichi nel palazzo. Il 59enne intervistato da La Stampa ha chiesto ironicamente: "Non ho più le gambe, cosa c’è da accertare?".

Il suo caso ha fatto molto rumore e finalmente l'Asl gli ha comunicato che la settimana prossima gli verrà montato il montascale.

Poco dopo la telefonata del magazzino dell'Asl, ha chiamato il presidente della Regione Alberto Cirio, che aveva sentito i dirigenti dell'Asl:

Mi ha detto che era una vergogna, – racconta sempre a La Stampa – che la situazione sarebbe stata risolta subito. Mi ha confortato, mi ha parlato da amico, l'ho sentito davvero vicino. È stata una conversazione molto piacevole: Abbiamo scoperto di avere lo stesso hobby, la pesca. Mi ha promesso che andremo insieme, ora che potrò finalmente uscire di casa. Non vedo l'ora, ma penso a quanti altri hanno bisogno di aiuto e aspettano ancora da mesi".

Da Maurizio l'invito a non tacere le proprie criticità. "Chi è in difficoltà deve farsi sentire, non bisogna subire le ingiustizie in silenzio. Io stesso ho avuto tante remore, poi un mio amico mi ha convinto e ora il problema è risolto".

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