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Filmava i bambini mentre li violentava: prete a processo in provincia di Foggia

Don Giovanni Trotta, 56 anni, è imputato per violenza sessuale aggravata, produzione e diffusione di materiale pedopornografico e adescamento di minori.
A cura di Davide Falcioni
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Tre ragazzini, due di 15 anni e uno di 16, hanno raccontato ieri in aula, di fronte ai giudici, gli abusi sessuali subiti fino a qualche anno fa dall'ex sacerdote Giovanni Trotta, 56enne che all'epoca dei fatti era allenatore di quei giovani in una squadra di calcio giovanile della provincia di Foggia.

Nel processo che si sta svolgendo dinanzi al Tribunale di Foggia, il prete è imputato per violenza sessuale aggravata, produzione e diffusione di materiale pedopornografico e adescamento di minori. I tre minorenni sono stati chiamati a testimoniare sugli abusi subiti. Replicando alle domande dei pubblici ministeri baresi, competenti su Foggia per il reato di pedopornografia, che hanno coordinato le indagini, Simona Filoni e Domenico Minardi, i tre hanno confermato ogni particolare, dalle foto nudi scattate a casa del sacerdote agli atti sessuali a quali erano sottoposti, mimando gesti e raccontando episodi. Hanno chiesto che i loro genitori potessero restare fuori dall'aula e, per ore, tra lacrime e imbarazzo, hanno ricordato quei momenti.

Giovanni Trotta, già condannato in primo grado ad otto anni di reclusione per violenza sessuale di un 11enne, è accusato in questo procedimento penale di altri nove presunti casi di violenze nei confronti di altrettanti minorenni di età compresa, all'epoca, fra i 12 e i 13 anni. I fatti risalgono a tre anni fa. Trotta avrebbe violentato cinque giovanissimi affidati alla sua custodia, in quanto dirigente e allenatore della squadra di calcio frequentata dai bimbi, nonché loro docente di lezioni private, e ne avrebbe abusato nella sua casa singolarmente o in gruppo, fotografandoli durante gli atti sessuali. Il sacerdote inoltre è accusato di pornografia minorile e divulgazione di materiale pornografico e adescamento di altri quattro 12enni attraverso le chat di Whatsapp e Facebook.

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