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Ferrara, il capo della mafia nigeriana era un noto dj di musica afro-beat

Emmanuel Okenwa, nigeriano di 50 anni e in arte dj Boogye, è stato arrestato. Individuato nell’ambito dell’operazione “Signal” della squadra mobile di Ferrara come uno dei capi della confraternita mafiosa dei Viking Arobaga aveva tentato la fuga. Conosciuto tra i sottoposti come “il re di Ferrara” si occupava di gestire il traffico di droga e i riti di affiliazione in tutta la provincia.
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A Ferrara è conosciuto come dj di musica afro-beat con il nome d'arte di Boogye. Per la squadra mobile della polizia del capoluogo estense è Emmanuel Okenwa, 50 anni e figura di spicco della mafia nigeriana. Per i suoi sottoposti della confraternita dei Viking/Arobaga è semplicemente il "re di Ferrara". E' stato arrestato a Verona nella tarda serata di ieri, 28 ottobre, dove si era recato per esibirsi a pagamento come deejay e cantante ad una festa di battesimo che si sarebbe dovuta tenere domenica prossima. L'uomo era riuscito a sfuggire al blitz degli inquirenti che, nell'ambito dell'operazione Signal, aveva portato all'esecuzione di trentuno misure di custodia in carcere e all'individuazione di altri 26 indagati per associazione di tipo mafioso. Dopo un lungo appostamento, in serata, i poliziotti lo hanno scovato vicino alla stazione Verona-Portanuova ma il 50enne è riuscito a dileguarsi tra i passeggeri. Poi, poco tempo dopo, è stato catturato alla stazione Porta Vescovo. Al momento della cattura ha detto agli agenti in borghese di aver saputo che era ricercato e che stava tornando a Ferrara per prendere alcuni effetti personali.

Il ruolo di Okenwa in Italia

Da quanto è emerso dalle indagini della polizia , Okenwa  ricopriva all'interno dell'organizzazione un importante ruolo di coordinamento delle attività. Era diventato un punto di riferimento per gli associati non solo localmente ma anche a livello nazionale. Sua la facoltà di decidere chi poteva diventare un nuovo affiliato in tutta la provincia di Ferrara e di controllare la rigida suddivisione gerarchica e i brutali riti di iniziazione del clan. 

L'attività principale sul territorio è da anni lo spaccio di droga, in particolare cocaina, e le estorsioni ai danni dei connazionali onesti, proprietari di piccoli negozi costretti a pagare il pizzo ai capi. L'influenza di Okenwa si estendeva anche alle province di Padova, Venezia e Vicenza dove coordinava il lavoro di altri suoi connazionali. La droga gestita da questi ultimi veniva da Parigi e Amsterdam, e grazie all’appoggio di altri cittadini nigeriani appartenenti a una confessione protestante, squadre di corrieri la facevano entrare in Italia attraverso i valichi del Monte Bianco e del Frejus. In un’occasione è stato intercettato un carico di circa dieci chili.

"Dj Boogye" si occupava anche di mantenere i rapporti con il capo anziano nazionale e con i vertici rimasti in Nigeria. Diversi collaboratori di giustizia lo hanno definito un apicale dell’organizzazione mafiosa sin dal 2015 e in Italia dal 2018. In alcuni stralci di intercettazioni la sua figura veniva spesso celebrata. Suo il compito di "risolvere" gli scontri all’interno della confraternita, spesso ricorrendo all'uso della violenza. L’operazione della squadra Mobile di Ferrara e le conseguenti indagini che hanno portato all'individuazione di Okenwa come uno dei vertici della mafia nigeriana in Italia, era partita nel 2018 dopo un episodio di tentato omicidio ai danni di un giovane membro del clan rivale degli Eiye, in conflitto con quello dei Viking Arobaga. L'attentato era guidato proprio da Boogye, che aveva nascosto personalmente il machete usato come arma durante l'aggressione.

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