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Femminicidio Alghero, Tilloca a processo: andò alla partita dopo aver ucciso la moglie

Marcello Tilloca, 42 anni, ha ucciso la moglie il 23 dicembre 2018, ad Alghro. L’uomo ha strangolata e adagiata sul letto, lasciandola con le coperte rimboccate e una stringa stretta intorno al collo. Per lui il processo con rito abbreviato comincerà il prossimo 10 ottobre. I due figli rimasti orfani, ora, sono in custodia a casa della nonna.
A cura di Angela Marino
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Marcello Tilloca è l'uomo che il 23 dicembre dello scorso anno ha strangolato a morte e poi lasciato esanime nel suo letto la moglie Michela Fiori, per poi andare tranquillamente a vedere la partita di un o dei figli. Per lui il processo per omicidio volontario si aprirà il prossimo 10 ottobre con rito abbreviato. Lo ha deciso questa mattina il gup del Tribunale di Sassari, Michele Contini, al termine dell'udienza a cui Tilloca è comparso con l'avvocato Pietro Diaz. Il gup ha rigettato la richiesta del sostituto procuratore Mario Leo, che aveva chiesto, invece, il rito abbreviato condizionato all'audizione di una decina di testimoni. Al processo si sono costituiti parte civile il fratello della vittima, Luca Fiori e la mamma Giuseppina Grasso, che oggi accudisce i nipotini rimasti orfani.

Il femminicidio di Michela Fiori, 40 anni, risale alla vigilia del Natale 2018, quando Tilloca, 42 anni, l'ha strangolata e adagiata sul letto, lasciandola con le coperte rimboccate e una stringa stretta intorno al collo. Dopo aver ucciso la moglie, Tilloca è andato coi figli di 12 e 8 anni a vedere la partita di calcio di uno dei due, e poi pranzo dalla sorella. Dopo aver svolto normalmente queste attività nel tardo pomeriggio dello stesso giorno ha chiamato l'avvocato e si è autodenunciato ai carabinieri. La coppia era in procinto di separarsi dopo che Michela, spaventata dai comportamenti violenti del marito, aveva chiesto aiuto un Centro di ascolto antiviolenza. Tilloca, inoltre, aveva una vera e propria ossessione per il gioco,

Marcello Tilloca, inoltre, era stato già denunciato per la tentata estorsione nei confronti della moglie, alla quale aveva chiesto da un numero anonimo, trecento euro per restituirle il telefonino che il figlio aveva sottratto al figlio qualche giorno prima.

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