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Fa la doccia di notte, il vicino si arrabbia e lo aggredisce: i due finiscono in tribunale e in ospedale

Due inquilini di un condominio di Legnago, di 40 e 63 anni, sono arrivati alle mani per una questione di mancato rispetto degli orari di silenzio nell’edificio residenziale: oggetto della disputa le docce notturne di uno dei due.
A cura di Lorenzo Bonuomo
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Immagine di repertorio
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Con un passato da ex amici, i due inquilini erano "in guerra" da tempo e litigavano spesso. Il motivo? Le docce fuori orario del più giovane, i cui rumori infastidivano il riposo dell'altro condomino che vive al piano di sotto. Durante l'ultimo furibondo litigio, i due sono venuti alle mani e per entrambi è stato necessario il trasporto in ospedale: dimessi, entrambi hanno provveduto a denunciare l'altro, accusandosi reciprocamente di essere stati colpiti con un bastone. La disputa è così finita sul tavolo del giudice di pace di Legnago, Valeria Licata.

I protagonisti della vicenda sono due inquilini, un uomo di 40 anni e uno di 60, di un condominio popolare di Casette, frazione di Legnago in provincia di Verona: i due, che abitano rispettivamente uno al piano di sopra rispetto all'altro. Secondo quanto riporta l'Arena, la colluttazione era avvenuta intorno alla mezzanotte tra il 2 e il 3 marzo 2018.

Stando alla ricostruzione dei fatti emersa in tribunale, in quel momento l'inquilino del piano di sopra si stava facendo la doccia, mentre quello di sotto dormiva. All'improvviso, il 40enne è rimasto al buio ed è sceso in cantina, convinto che fosse stato proprio il 63enne a staccargli la corrente. In realtà, tutto il condominio in quella circostanza si era ritrovato senza luce, probabilmente a causa di un blackout elettrico.

I due si sono incontrati dunque nel locale interrato: qui, dopo l'ennesimo botta e risposta verbale, è scoppiata la lite anche fisica, tanto che è stato richiesto l'intervento dei carabinieri di Legnago. Entrambi, poi, sono stati trasferiti all'ospedale "Mater Salutis" del comune veronese per accertamenti: uno ha avuto una prognosi di tre giorni a causa di alcune contusioni alla testa e alle braccia. L'altro, invece, è stato posto in osservazione per problemi cardiaci e ha lasciato la struttura sanitaria solo dopo cinque giorni di ricovero. Poi, entrambi si sono recati dalle autorità per sporgere denuncia.

La controversia è sfociata in una causa civile, intentata dal 40enne contro il suo "rivale di condominio". Come ha riferito la moglie del 63enne, convocata in aula per testimoniare in difesa del marito indagato per lesioni: "All'inizio la convivenza tra le nostre due famiglie era buona e l'uomo del piano di sopra frequentava giornalmente casa nostra".

Nessuno dei testimoni ascoltati in aula – secondo quanto emerso – era tuttavia presente nello scantinato al momento della zuffa. Non potendo quindi stabilire con esattezza le responsabilità di ciascuna delle due parti durante lo scontro fisico, il giudice di pace Licata ha assolto l'imputato da ogni accusa per insufficienza di prove: "È emersa con assoluta certezza la conflittualità di vicinato – ha sentenziato il giudice tra le motivazioni del verdetto – ma non certo la responsabilità dell'imputato per le lesioni attribuitegli nei confronti della parte offesa".

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