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Emergenza per Miriam Vera, scomparsa da Genova: era terrorizzata da uno stalker

Camminava con il telefonino e lo spray al peperoncino alla mano, in auto teneva un tubo con cui difendersi in caso di aggressione. Miriam Vera Torriglia, 45 anni, è scomparsa da Genova lo scorso 27 gennaio. Era diretta a un corso per diventare operatrice sociosanitaria, ma a lezione non è mai arrivata. La mamma: “Non posso immaginare di perderla”.
A cura di Angela Marino
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Miriam Vera
Miriam Vera

Era terrorizzata da uno stalker e dieci giorni fa, Miriam è scomparsa. Miriam Vera Torriglia, 45 anni, è stata vista per l'ultima volta allontanarsi alla guida della sua Volkswagen Polo nera targata BZ330YR, esattamente dieci giorni fa. La donna, che viveva con la mamma a Giro del Fullo (Genova), era diretta al corso per operatrice socio sanitaria che frequentava nella zona del porto di Genova, dove non è mai arrivata. L'amica Sabrina, con la quale aveva detto alla madre che si sarebbe incontrata, racconta che quel giorno Miriam non si è fatta viva. Secondo Sergio, un amico intervistato da ‘Chi l'ha visto', che ha seguito il caso, Miriam era tormentata da uno stalker. "Era terrorizzata quella ragazza. Camminava con il telefono e lo spray al peperoncino alla mano, in auto teneva un tubo con cui difendersi in caso di aggressione".

Per capire la storia di Miriam è necessario fare un passo indietro e tornare a Ravenna, dove l‘ex atleta viveva con il compagno e si guadagnava da vivere come istruttrice di nuoto e da dove, quando l'amore è finito, ha deciso di tornare. Sola e senza un impiego fisso, Miriam ha deciso di andare a stare in Liguria con la mamma e la nonna e si è lanciata anima e corpo nella ricerca di un impiego sicuro.  Per ottenerlo, lei che era abituata a sudarsi ogni risultato, ha cominciato a studiare giorno e notte per superare un concorso pubblico nel settore sociosanitario. Alle spalle, però, si lasciava una breve frequentazione con un ragazzo incontrato a Genova, dopo la separazione, lo scorso agosto, con il quale sembra, però, che non fosse finita bene. Miriam, a detta degli amici, era assillata da telefonate e messaggi e si comportava come se temesse di essere seguita o aggredita, cosa che era già successa. Nondimeno andava avanti nella ricerca di un lavoro che le consentisse di non pesare sulle finanze di sua madre. Nonostante i problemi del suo privato, che viveva con apprensione, aveva preso questo compito molto seriamente, tanto da iscriversi a un corso che l'avrebbe preparata alle selezioni per diventare OSS (operatrice sociosanitaria). Per aumentare le possibilità di superarlo, aveva cominciato addirittura a prendere lezioni private.

Alla lezione del 27 gennaio, però, la zelante Miriam non si presenta. Nella zona del porto, vicino al terminale traghetti dove doveva incontrare Sabrina, dove nessuno l'ha vista. Il suo cellulare, di contro, aggancia una cella in aperta campagna, in località Zeppado, nel comune di Montebruno (Genova), prima di spegnersi per sempre. Era Miriam, o qualcun altro si è impossessato del suo telefonino? Unico dato certo è che nella zona di Montebruno non ci sono tracce della sua auto, che avrebbe dovuto trovarsi lì, se Miriam per caso fosse stata vittima di un incidente o si fosse persa. La domanda è una, ora: è davvero scomparsa la 45enne di Giro del Fullo o è l'ennesima vittima di femminicidio? La madre, intanto, non smette di cercarla: "Temo l'ipotermia, temo che qualcuno possa averla portata da qualche parte, per farle tutto. Non posso immaginare di perderla".

Miriam Vera
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