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Sacri abusi, storie di preti pedofili

Don Giovanni, il prete accusato di masturbarsi con bambini tra i cani, torna in chiesa a Isernia

Don Giovanni M., il prete polacco accusato di abusi sessuali da Giorgio Babicz, all’epoca 13enne, è ritornato in parrocchia. Da pochi giorni accompagna il sacerdote di Pizzone, un piccolo comune molisano. I fedeli però non ci stanno e hanno già chiesto al vescovo della diocesi di Isernia-Venafro di allontanarlo. L’inchiesta giudiziaria si è conclusa con la prescrizione e don Giovanni è stato “riabilitato” da un tribunale ecclesiastico. “Mi aspettavo un epilogo diverso – ha dichiarato Babicz a Fanpage.it – ha rovinato la mia vita ma grazie alla prescrizione è riuscita a cavarsela”.
A cura di Mirko Bellis
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Don Giovanni M., il prete polacco coinvolto l’anno scorso in una brutta storia di abusi sessuali a minori, è ritornato in parrocchia. Da pochi giorni accompagna il sacerdote di Pizzone, un piccolo comune molisano. Ma il suo arrivo non ha lasciato indifferenti i fedeli che hanno chiesto subito al vescovo della diocesi Isernia-Venafro di allontanarlo.

Don M., ti ricordi quando mi facevi dormire coi tuoi cani e ti masturbavi quando si avvicinavano a me? Spero che tu abbia migliorato il tuo rapporto con gli animali, oltre che coi minorenni”. Con queste parole Giorgio Babicz raccontava a Fanpage.it gli abusi subiti dal prete. Molestie cominciate quando aveva solo 13 anni ed era stato invitato dal sacerdote a seguirlo dalla Polonia fino alla remota parrocchia di Sant'Anastasio Martire ad Acquaviva di Isernia, paesino di poco più di 400 anime in Molise.

Giorgio aveva deciso di parlare solo dopo aver denunciato alla magistratura, e alla curia, le molestie di don Giovanni. Voleva giustizia perché nessun’altro bambino dovesse passare l’inferno che aveva sopportato lui. Dopo lo scoppio dello scandalo nel gennaio 2018, il prete accusato di pedofilia era stato rispedito a Lublino, la sua città natale in Polonia. Nel frattempo, la procura di Isernia ha archiviato le accuse contro don Giovanni. “Archiviazione – ci tiene a sottolineare Sergio Cavaliere, l’avvocato che ha assistito Giorgio – arrivata per la prescrizione dei reati”. “Se le accuse fossero state false – prosegue il legale – sarebbe scattata la denuncia per calunnia contro il mio assistito. E questo non è avvenuto. Un’altra cosa che vorrei sapere – conclude Cavaliere – è perché il sacerdote, se riteneva di essere innocente, non ha rinunciato alla prescrizione”.

Uscito indenne dall'inchiesta giudiziaria, don Giovanni è stato "riabilitato" anche da un tribunale ecclesiastico. Dopo aver sentito la testimonianza di Giorgio, il processo canonico istituito a Napoli ha deciso che le accuse contro il sacerdote non erano fondate. “Mi hanno sottoposto ad un interrogatorio assurdo – ha spiegato Babicz – in cui mi chiedevano se fossi stato spinto da qualcuno a muovere le mie accuse. Non riuscivano a capire che ad impedirmi di parlare prima degli abusi era stata la sofferenza che ancora mi porto dentro”.

Da pochi giorni, don Giovanni è arrivato a Pizzone, comune a poche decine di chilometri da Acquaviva di Isernia. Dovrà accompagnare padre Etienne, di cui dovrebbe prendere il posto ad inizio aprile. Se non fosse che la comunità religiosa locale è in rivolta contro la nomina del sacerdote finito sotto accusa per pedofilia. E lo hanno detto chiaramente al vescovo della diocesi Isernia-Venafro, Camillo Cibotti. “Mandare un prete che in passato è stato “chiacchierato” in una piccola comunità non è accettabile. E' stata una nomina inopportuna”, hanno protestato i fedeli. I parrocchiani hanno anche minacciato di disertare la messa se il vescovo insisterà in questa sua decisione di destinare don Giovanni a Pizzone.

“Mi aspettavo un epilogo diverso”, ammette Giorgio, dopo aver saputo che il sacerdote eserciterà il suo ministero in Molise. “Gli abusi sessuali a minori sono crimini contro l’umanità perché distruggono l’infanzia dei bambini. Ha rovinato la mia vita ma grazie alla prescrizione questa persona è riuscita a cavarsela. Credo che per questi reati non dovrebbe esserci un tempo di scadenza”.

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