“Dammi il cellulare!” e poi il calcio alla testa: aggredisce compagna per gelosia, video lo incastra

A Reggio Calabria un uomo è stato sottoposto al braccialetto elettronico dopo aver aggredito la compagna con un violento calcio alla testa sferrato in strada per gelosia, come documentato in un video di una telecamera di sicurezza. Le indagini hanno rivelato mesi di maltrattamenti. La vittima ha trovato il coraggio di denunciare.
A cura di Biagio Chiariello
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Una violenza feroce, consumata nel cuore della città, ha scosso Reggio Calabria la sera del 23 marzo scorso. Un uomo, spinto da una gelosia cieca e ossessiva, si è reso protagonista di una brutale aggressione ai danni della propria compagna. Il motivo scatenante? La richiesta, imposta con tono minaccioso, di poter controllare il cellulare della donna. Al suo rifiuto, la situazione è esplosa in un gesto di inaudita violenza: l’uomo le ha sferrato un calcio alla testa, colpendola con forza tale da procurarle una ferita significativa.

La vittima, ancora sconvolta e ferita, ha trovato il coraggio di presentarsi il giorno seguente alla caserma dei Carabinieri di Reggio Calabria Principale per raccontare tutto. La sua denuncia ha dato avvio a un'indagine immediata da parte della Procura della Repubblica, guidata dal procuratore facente funzione Giuseppe Lombardo, facendo emergere un quadro ancora più inquietante.

Dalle indagini è emerso infatti che quell’aggressione non era un episodio isolato. Al contrario, la donna avrebbe vissuto per mesi sotto il giogo di un compagno violento, prevaricatore e costantemente minaccioso. Ripetute offese, intimidazioni verbali e violenze fisiche facevano parte di una quotidianità fatta di paura e sottomissione, in un contesto domestico trasformato in una trappola. A confermare le accuse anche alcune immagini di videosorveglianza, che hanno documentato momenti cruciali dell’aggressione e corroborato la versione fornita dalla vittima.

Alla luce degli elementi raccolti, l’Autorità Giudiziaria ha deciso di intervenire con una misura restrittiva: è stato imposto all’uomo il divieto assoluto di avvicinarsi alla compagna e l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, un dispositivo fondamentale per monitorarne costantemente i movimenti e proteggere la vittima da ulteriori pericoli.

Un provvedimento che rappresenta non solo una risposta concreta della giustizia, ma anche un segnale di tutela verso chi trova il coraggio di denunciare, rompendo il silenzio sulla violenza.

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