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Covid-19 e usura: è allarme. Una vittima: “Non risolve la situazione, finisce sempre male”

Francesco, nome di fantasia, non ha neanche quarant’anni e per otto ha combattuto con gli usurai. Ha ottenuto in prestito 16mila euro, ne ha dovuti restituire 60mila. Uno degli strozzini si è preso il suo negozio, e lui ci lavorava dentro pagando un subaffitto al suo aguzzino. Ha denunciato. “Avrei dovuto farlo prima”, dice a Fanpage.it. Sorte simile è toccata a un altro imprenditore, stavolta del settore della ristorazione: tre dei suoi usurai sono stati arrestati nelle ultime settimane. Dopo il lockdown, non ha più potuto pagare gli interessi e sono cominciate le minacce a lui e alla sua famiglia.
A cura di Luisa Santangelo
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Francesco, vittima di usura
Francesco, vittima di usura

Il lockdown della primavera e le restrizioni della seconda ondata. Per molti piccoli imprenditori le misure per prevenire il contagio da Covid-19 sono state difficili da coniugare con una situazione economica già precaria. Così il rischio di ricorrere agli usurai per tanti è probabilmente diventato più concreto. "È impossibile fare stime in questo momento, i risultati si vedranno nei prossimi mesi". A spiegarlo a Fanpage.it è Nicola Grassi, presidente dell'associazione antiusura Asaec di Catania. Proprio nel capoluogo etneo nelle scorse settimane i militari della guardia di finanza hanno stretto il cerchio attorno a tre usurai catanesi: tassi di interesse di oltre il 120 per cento annuo applicati nei confronti di un giovane ristoratore che, a partire dal 2015, aveva chiesto in prestito denaro per mandare avanti l'attività.

Ma è con il lockdown che la situazione dell'imprenditore peggiora: locale chiuso, niente incassi e l'impossibilità di continuare a pagare le rate all'ultimo degli strozzini al quale si era rivolto. "Ho saputo che è arrivata la cassa integrazione", gli scriveva quest'ultimo, per reclamare questo autunno i soldi non ricevuti. "Ora salgo a casa tua, so dove abiti, ti vengo a rompere le corna", insisteva, non avendo risposta. "Spesso un imprenditore in difficoltà non può permettersi di aspettare i tempi per l'erogazione del credito legale", racconta Rosario Cunsolo, dell'associazione Libera impresa, a cui il ristoratore si è rivolto per avere assistenza dopo le denunce. "Gli usurai in cinque minuti ti danno i contanti di cui hai bisogno. In alcuni casi sono legati alla criminalità organizzata, quindi hanno a disposizione ingentissime somme di denaro sporco da ripulire", continua Cunsolo.

L'obiettivo finale, però, non è solo fare fruttare il denaro prestato imponendo interessi elevatissimi. È soprattutto, invece, acquisire a costo praticamente zero attività commerciali perfettamente legali. Come è successo a Francesco, nome di fantasia, quasi quarant'anni, per otto anni della sua vita vittima di due diversi usurai. "Un calvario", lo definisce ai microfoni di Fanpage.it. "Ho denunciato quando, tra finanziarie e interessi, dovevo pagare circa 800 euro a settimana e non potevo permettermi neanche più di fare la spesa per casa mia", dice. Il primo usuraio lo ha conosciuto nella vecchia azienda in cui lavorava: perso quel lavoro, quell'uomo si è presentato a offrire aiuto per l'apertura di una attività personale. "Il primo usuraio mi imponeva solo gli interessi, il secondo si è preso il mio negozio: io ci lavoravo dentro pagando a lui un subaffitto. Un momento come il lockdown è l'ideale per gli usurai: se uno non ci è mai passato, pensa che si possa sopportare. Invece non è così, poi si chiude e basta".

"Se non avessi pagato – continua – adesso avrei ancora il mio negozio, forse anche una bella macchina e una situazione economica certamente diversa". "Spesso le persone non sanno che ci sono dei canali legali di accesso al credito",  aggiunge Nicola Grassi, che con la sua associazione ha seguito il percorso di Francesco dentro le aule dei tribunali e, adesso, fuori. "C'è per esempio il fondo per la prevenzione del fenomeno dell'usura, che è gestito dal dipartimento del Tesoro del ministero dell'Economia e delle finanze. Serve, appunto, a prevenire. A non cadere nella rete degli usurai. Nelle prefetture ci sono degli uffici appositi che si occupano di queste istanze".

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