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Processo Ciro Grillo

Caso Ciro Grillo, dalle accuse di stupro al processo: le testimonianze, le foto e i video in aula

Il 26 novembre 2021 è iniziato presso il tribunale di Tempio Pausania il processo per violenza sessuale di gruppo contro Ciro Grillo, figlio del fondatore del M5s Beppe, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. I ragazzi sono accusati di aver abusato di una coetanea nel 2019. L’udienza più recente del procedimento è del 13 giugno 2024.
A cura di Eleonora Panseri
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Ciro Grillo (foto Instagram)
Ciro Grillo (foto Instagram)
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Ciro Grillo, il figlio di Beppe, fondatore del M5s, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, sono finiti a processo con l'accusa di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una coetanea. Il presunto stupro, denunciato da una ragazza italo-norvegese, Silvia (nome di fantasia, ndr), 19enne all'epoca dei fatti, risalirebbe alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019: la violenza si sarebbe consumata nella residenza di Porto Cervo, in Costa Smeralda, di proprietà della famiglia Grillo.

La giovane, ora assistita dall'avvocatessa Giulia Bongiorno, ha raccontato di essere stata vittima di abusi sessuali. Con lei ci sarebbe stata anche un'amica, Roberta (nome di fantasia, ndr) ascoltata in tribunale come testimone chiave e considerata anche lei vittima di violenze per alcune foto intime scattatele da tre dei quattro imputati. Entrambe sono residenti a Milano ed è qui che la principale accusatrice dei ragazzi ha sporto denuncia, dopo aver raccontato alla madre quanto accaduto a distanza di una settimana dai fatti ed essersi sottoposta a una visita nella clinica Mangiagalli, dove i medici avrebbero riscontrato la presenza di "lividi da pressione, riconducibili alla costrizione ed alla violenza sessuale".

I 23enni liguri sono stati rinviati a giudizio dalla gup Caterina Interlandi il 26 novembre 2021 dopo un’ora di Camera di consiglio, che ha accolto la richiesta del Procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso.

La prima udienza si è tenuta il 16 marzo 2022, il 2 febbraio 2024 si è invece concluso il controesame della vittima, durante il quale ha dovuto rispondere alle domande dei legali dei ragazzi raccontando nei dettagli le violenze subite. In aula è stato anche mostrato un video girato la notte degli abusi: durante la proiezione la ragazza ha preferito uscire e non vederlo.

Nelle udienze del 7 e 8 marzo è stato sentito il padre della seconda ragazza e durante quella del 13 giugno è stato proiettato di nuovo il video ripreso la notte del presunto stupro. Ecco tutto quello che sappiamo sulla vicenda.

Cosa è successo la notte della presunta violenza

Secondo quanto emerso dal racconto fatto dalla ragazza ai carabinieri di Milano e agli inquirenti, i quattro imputati e le due giovani donne si sarebbero incontrati durante una serata nella discoteca Billionaire, noto locale della Costa Smeralda, la sera del 16 luglio 2019.

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Al momento di lasciare il locale, intorno alle 5 del mattino, non avrebbero trovato taxi disponibili per il rientro e per questo avrebbero accettato l'invito dei ragazzi di fermarsi a dormire nella casa dei Grillo. Come si legge nei verbali delle dichiarazioni rilasciate dalla giovane vittima, nell'abitazione, dopo una cena insieme e le prime avance rifiutate, sarebbe iniziata una notte di abusi e violenze. Il primo rapporto sessuale sarebbe avvenuto con Corsiglia.

Subito dopo la giovane avrebbe chiesto aiuto prima all'amica, che non avrebbe tuttavia capito la gravità della situazione, poi agli altri ragazzi che, invece di soccorrerla, l'avrebbero violentata a loro volta, a turno, per sei o sette volte.

Il racconto della vittima: "Mi hanno violentata tutti"

"(Corsiglia, ndr) Mi ha preso per i capelli indirizzandomi la testa verso il suo pene, dicendomi: ‘Cagna, apri la bocca' e mi chiedeva di fargli del sesso orale. Inizialmente ho resistito ma lui continuava a farmi violenza. Io mi dimenavo perché non volevo, ma non riuscivo a contrastarlo completamente perché non mi sentivo bene".

Così iniziava il racconto della presunta violenza fatto dalla ragazza agli inquirenti, riportato su verbali dell'indagine sul caso. "Mi teneva con la mano il collo, tenendomi bloccata di spalle e mi penetrava. Per due volte gli ho detto di smetterla, che era un animale, uno stronzo, ma lui ha continuato più forte, tirandomi i capelli e baciandomi sul collo".

Dopo i primi abusi subiti, la ragazza in lacrime si sarebbe rivolta all'amica che stava dormendo sul divano in salotto per invitarla ad andare via, spiegandole la situazione. Questa però non l'avrebbe assecondata: "Le ho detto: ‘Mi hanno violentata'. Ma lei non capiva e glielo ripetevo, poi le chiedevo se potevamo andare a casa. Si è seduta sul divano e mi ha fatto spallucce". A questo punto l'intervento degli altri ragazzi che l'avrebbero convinta a non andare via e poi l'avrebbero violentato a loro volta.

"A quel punto intervenne un altro dei ragazzi, Vittorio Lauria, che nonostante io gli dicessi che un loro amico mi aveva violentata e che loro non erano intervenuti, ha cominciato a provarci. Poi verso le 9 del mattino mi hanno fatto bere la vodka, afferrandomi per il collo. Sentivo che mi girava la testa dopo aver bevuto, non ricordo bene. Poi mi hanno portata nel letto matrimoniale e mi hanno stuprata", ha proseguito la vittima.

"Sentivo che si chiamavano per nome tra di loro e si dicevano: ‘Ora tocca a me, dai, spostati' e sentivo che si davano il cambio. Uno mi tirava i capelli e mi tiravano schiaffi sulle natiche e sulla schiena. Mi girava la testa e continuavo a cadere in avanti. Ho visto nero, da quel momento non ricordo più nulla, ho perso conoscenza". La ragazza si sarebbe risvegliata solo nel pomeriggio, nuda e avvolta in una coperta, ancora stordita.

Di cosa sono accusati i quattro ragazzi

I quattro ragazzi, oggi 23enni, tutti della cosiddetta "Genova bene", si sono sempre dichiarati innocenti, negando ogni accusa e sostenendo che il rapporto con la ragazza sarebbe stato consenziente. I giovani erano stati ascoltati dagli inquirenti subito dopo la denuncia della violenza, mentre i carabinieri di Milano avevano acquisito i cellulari e un filmato. Sul video si gioca lo scontro tra accusa e difesa perché, secondo la prima, proverebbe la violenza, mentre la seconda sostiene che questo dimostrerebbe il contrario.

Ci sarebbero anche altri elementi che risulterebbero contraddittori, secondo quanto sostenuto dai quattro e dai loro legali. In primis, contesterebbero il "ritardo" con cui è stata sporta la denuncia da parte della ragazza. Il racconto della presunta violenza sarebbe stato fatto diversi giorni dopo, perché la giovane avrebbe proseguito la vacanza in Sardegna per un'altra settimana. In questo lasso di tempo avrebbe pubblicato foto e video del suo viaggio sui social network senza tuttavia dare evidenza di quanto ha poi in seguito raccontato, sottolineano gli avvocati della difesa.

Lo stesso Beppe Grillo, padre di uno degli imputati, aveva sostenuto questa tesi in un video pubblicato ad aprile 2021."Perché non  li avete arrestati? Ce li avrei portati io in galera a calci nel culo – aveva detto il fondatore del M5S -. Non lo avete fatto perché vi siete resi conto che non è vero niente. Una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia…Vi è sembrato strano. Lo è".

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Le intercettazioni dei ragazzi e i messaggi sulla notte della violenza

Durante le indagini, tuttavia, alcune frasi intercettate nella caserma di Quarto a Genova, dove, oltre un mese dopo la denuncia per la presunta violenza sessuale di gruppo, il figlio del fondatore del M5s e i suoi amici vennero convocati per il sequestro dei telefoni cellulari, avevano fatto emergere una certa preoccupazione per le foto scattate e i video girati e fatti circolare dopo la notte nella casa in Sardegna.

Nei giorni precedenti i ragazzi avevano anche avuto fitti scambi di messaggi. "All'inizio sembrava che non volesse…", aveva detto uno di loro, proseguendo poi con il racconto. "È stato forte", "Tre contro uno", "Poi ti dico frà, so' stanchissimo", queste le frasi utilizzate per descrivere quella notte. E a chi chiedeva loro come fosse la presunta vittima di stupro, rispondevano: "Mah, niente di che". Ma in un passaggio delle conversazioni si legge anche: "Ho paura che quella ci ha denunciato".

L'inizio del processo per violenza sessuale e i testimoni ascoltati durante le udienze

Mercoledì 16 marzo 2022 si è tenuta a Tempio Pausania la prima udienza del processo a porte chiuse per violenza sessuale di gruppo a carico di Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria. In quell'occasione i quattro imputati non si erano presentati in aula, ne avevano fatto le veci i loro avvocati difensori, ed era stata presentata al Presidente della Corte, Marco Contu, la lista dei testimoni redatta da difesa e accusa.

Ciro Grillo
Ciro Grillo

Le persone chiamate a testimoniare chieste dal Procuratore capo sono una quarantina e altre 30 quelle volute tra parte lesa e imputati. Tra loro anche la ragazza che ha denunciato lo stupro, ascoltata il 7 e l'8 novembre scorsi, i suoi genitori, il maestro di kitesurf con cui la ragazza ha fatto lezione il giorno dopo la presunta violenza e l'amica dell'allora 19enne, considerata una teste-chiave del procedimento e vittima anche lei di abusi, poiché ritratta in alcune foto oscene da tre dei ragazzi senza il suo consenso.

"Quando ho saputo che mi erano state scattate foto hard mentre dormivo mi sono sentita come se al mondo non ci fosse sicurezza, come se fosse una cosa che potrebbe succedere tante altre volte", aveva spiegato in aula. La giovane in altre udienze ha raccontato anche cosa accaduto la mattina successiva alla presunta violenza: “Le ho chiesto (a Silvia, ndr) più volte cosa fosse successo e lei alla fine mi ha detto: ‘Mi hanno violentata’. ‘Chi?', le ho chiesto io. E lei: ‘Tutti’".

Le foto e i video mostrati in aula

Durante la puntata di ‘Che Tempo Che Fa' del 12 novembre 2023 in cui è stato ospite, Beppe Grillo è tornato a sollevare polemiche e ha attaccato l'avvocata Bongiorno, legale della ragazza che ha sporto denuncia contro il figlio. Nei mesi successivi si sono tenute a Tempio Pausania nuove udienze fiume, mentre foto, video, ‘stories‘ estrapolate dai social, così come le chat e le conversazioni telefoniche di quella sera e dei giorni successivi sono stati ancora scandagliati dai legali dei giovani, compresi i video che mostrerebbero momenti intimi in cui sarebbe coinvolta la giovane e che sono stati visionati in aula.

Terminato l'interrogatorio alla vittima del presunto stupro

Il 2 febbraio 2024 per la vittima delle presunte violenze sessuali, sono finite le sei udienze in cui ha dovuto ripercorrere la notte dello stupro. Nel contresame portato avanti dai legali della difesa la ragazza italo-norvegese ha risposto a oltre 1.400 domande, anche molto intime e che hanno suscitato polemiche poiché ritenute da molti inopportune e non utili ai fini del dibattimento. Agli avvocati dei quattro ragazzi Silvia ha fornito numerosi dettagli riguardanti gli abusi subiti, il suo comportamento e quello degli imputati.

Durante l'ultima udienza, avvenuta in modalità protetta a causa delle fragili condizioni psicologiche della ragazza, nascosta agli sguardi degli avvocati dietro un drappo nero, è stato mostrato anche lo spezzone di un video girato nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2019. Silvia in quest'occasione ha preferito uscire dall'aula.

“Mi hanno messo una bottiglia in bocca, in un solo sorso ho ingerito una grande quantità di liquido. Poi non sentivo più il mio corpo ma solo le loro mani", ha raccontato la giovane durante l'udienza.

Il racconto del papà della seconda vittima: gli attacchi di panico dopo le foto intime

Il 7 marzo si è tenuta l'udienza durante la quale è stato ascoltato il padre dell'amica di Silvia, Roberta. Alla ragazza i quattro imputati hanno scattato foto intime mentre era incosciente. "Mia figlia dopo aver saputo delle fotografie hard che quei ragazzi le avevano mentre dormiva sul divano ha iniziato ad avere attacchi di panico. Si isolava, non parlava più. Non era più la stessa”, ha raccontato l'uomo in tribunale.

Il giorno successivo, l'8 marzo, in un'altra udienza sono stati discussi i numerosi messaggi che la presunta vittima dello stupro si sarebbe scambiata con un'amica, chiamata anche lei a testimoniare dalla Norvegia. "Mi sono sentita super usata e non so come dirlo, ma è stato orrendo – aveva raccontato all'amica in un messaggio vocale -. Mi sono sentita usata e gettata via, diciamo solo per divertimento. Non so, mi sento così sbagliata che vorrei poter ricominciare per davvero. Non so cosa fare e non so come fare"

La nuova udienza del processo: la difesa chiede di rivedere i video della violenza

Il 13 giugno il processo è ripreso con la richiesta della difesa dei quattro imputati di rivedere i video della presunta violenza sessuale ai danni della studentessa italo norvegese, girati la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019.

La richiesta era stata motivata dalle parole della psichiatra Marina Loi, consulente della parte civile, che in aula aveva detto che la vittima non era partecipe. Ha usato la parola "passiva" per definire il comportamento della giovane durante la presunta aggressione. A quel punto la difesa ha chiesto di proiettare nuovamente i filmati, trovati in uno dei cellulari degli imputati, e il Tribunale ha accolto la richiesta.

Nello specifico si tratta di tre spezzoni di video della durata complessiva di 28 secondi. Erano stati già visionati in udienza a gennaio ma in quell'occasione, Silvia non aveva assistito alla proiezione e le era stato concesso di abbandonare l'aula.

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