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Corpi in valigia, l’autopsia: uccisi e fatti a pezzi con una motosega

I corpi smembrati e ritrovati in tre valigia nelle campagne a pochi metri dal carcere di Sollicciano, sarebbero stati smembrati con una motosega professionale. Si tratta di un uomo e di una donna, verosimilmente uccisi e fatti a pezzi. Si indaga sulla possibilità che possano essere due coniugi scomparsi a Catelfiorentino nel 2015.
A cura di Angela Marino
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 Un piccolo cimitero di corpi fatti a pezzi. È quello che sta emergendo dai campi a ridosso del carcere di Solicciano, nelle campagne toscane, dove la settimana scorsa è avvenuto il primo macabro ritrovamento. Un busto maschile, saponificato, dentro una valigia abbandonata. Da quel momento le ricerche dei carabinieri sul posto hanno portato al ritrovamento di altre due valigie contenenti gli arti di un uomo e – quella rinvenuta stamattina – le membra di una donna. Da una prima autopsia, si è dedotto che i due potrebbero aver trovato la morte, probabilmente, all'incirca un anno fa. Potrebbero essere stati tagliati con una sega industriale, del tipo utilizzato per la legna da camino, ma si saprà con certezza solo alla fine degli esami medico legali.

Corpi senza nome, ma con una storia da raccontare. Quella dell'uomo per esempio, è una storia di omicidio, come testimonia il profondo taglio alla gola. La pelle è chiara, si direbbe un uomo tra i 40 e 60 anni, con un tatuaggio sull'avambraccio. Certamente il DNA estratto dai corpi verrà confrontato con quello delle persone scomparse sul territorio, uomini e donne. Da quando la macabra scoperta è stata fatta, lo scorso venerdì, uno spunto è stato fornito del programma Rai ‘Chi l'ha visto', che ha lanciato l'ipotesi che possa trattarsi di due coniugi scomparsi nel 2015, a Castelfiorentino, Shpetim e Teuta Pesho, una coppia di origine albanese. Marito e moglie si trovavano nel comune in provincia di Firenze e avrebbero dovuto tornare nel capoluogo dopo un soggiorno fuori città, ma non sono mai arrivati.

Shpetim e Teuta Pesho, una coppia di origine albanese
Shpetim e Teuta Pesho, una coppia di origine albanese

Che ci sia una quarta valigia? Lo scopriranno presto i militari al lavoro in queste ore sul luogo del ritrovamento, un terreno che corre per tre-quattrocento metri lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno, a un tiro di schioppo dal carcere fiorentino di Sollicciano. Uno scenario anonimo, di quelli che nelle campagne fiorentine si susseguono, come diapositive, dal finestrino dell'auto in corsa, uguali l'uno all'altro. "È da quasi 20 anni che possiedo questo campo. Prima la zona dove sono state scoperte le valigie – racconta il proprietario, un 72enne che la settimana scorsa ha scoperto la prima valigia  la pulivano sempre dalla vegetazione, ora sarà un tre anni che non puliscono, altrimenti le valigie sarebbero state viste prima" "Non ho mai notato nulla di strano, sono rimasto un po' scioccato anche io e penso che qualcuno abbia buttato le valigie dalla superstrada, perché qui è sorvegliato, passa spesso la polizia penitenziaria". "Conosco il proprietario del campo a fianco a mio – ha aggiunto -, siamo amici, l'ho visto passare anche ieri. Ci è rimasto male, quando ha aperto la valigia e ha visto spuntare un braccio".

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