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Fontana richiama a lavoro i medici in pensione per far fronte all’epidemia di Coronavirus

Il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha deciso di richiamare al lavoro i medici in pensione per far fronte all’emergenza del coronavirus. Anche l’assessore Giulio Gallera, ha chiesto a Roma di poter assumere medici e infermieri già pensionati, come soluzione alla carenza di personale in queste settimane di emergenza. Sono molti i medici e gli infermieri risultati positivi al tampone, che ora si trovano in quarantena e non possono lavorare.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha deciso di richiamare al lavoro i medici in pensione per far fronte all'emergenza del coronavirus. Fontana ha anche spiegato che gli specializzandi sono già scesi in campo contro la diffusione del Sars-Cov-2 e che per loro ci sarebbe un piano di assunzioni. Una misura che sarebbe stata utile anche prima dello scoppio dei contagi nella Regione, ma che non sarebbe stata possibile a causa dei vincoli di bilancio imposti dal governo centrale: "Quest'anno finalmente abbiamo avuto un'apertura ma senza quei vincoli avremmo molti più medici e infermieri. Anche perché ne avremmo le risorse", ha spiegato Fontana.

Anche l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha chiesto a Roma di poter assumere medici e infermieri già pensionati, come soluzione alla carenza di personale in queste settimane di emergenza. Sono molti i medici e gli infermieri risultati positivi al tampone, che ora si trovano in quarantena, mentre i colleghi che possono operare sono sottoposti a turni massacranti: "Stiamo interloquendo con il governo per inserire nel decreto la possibilità dell'assunzione di pensionati sia medici che infermieri: abbiamo bisogno di personale", ha spiegato. "Servono nuove leve, ma è utile anche  richiamare i medici dalla pensione poiché hanno esperienza. Dunque, assumere sicuramente sì, formare il personale anche e acquistare il materiale necessario per fronteggiare il virus", ha rimarcato il viceministro Pierpaolo Sileri.

La Regione intanto continua a dover fare i conti con tutte le restrizioni imposte a causa dell'epidemia: nonostante l'amministrazione locale abbia chiesto di mitigare, almeno su alcuni aspetti, l'ordinanza in scadenza oggi, il governo sembra orientato su un'altra linea. E infatti ha rinnovato la chiusura delle scuole in tutta la Regione, così come in Veneto e in Emilia Romagna, le altre due Regioni più colpite."Il virus è ancora presente, in fase espansiva, ma siamo molto speranzosi che presto possano iniziarsi a vedere gli effetti positivi delle misure assunte una settimana fa", ha detto Fontana, aggiungendo che "bisogna cercare di fare in modo che si possano compenetrare le esigenze di rispettare le libertà dei nostri cittadini e la tutela della sanità". L'assessore Gallera, da parte sua, ha anche annunciato che le autorità sanitarie italiane si starebbero confrontando con quelle dell'Oms sull'ipotesi di dedicare un intero ospedale ai contagiati: "Ci stiamo strutturando per una gestione che non sarà di pochi giorni. Su indicazione dell'Oms stiamo anche valutando di dedicare un ospedale esclusivamente ai malati di coronavirus, per la specificità del virus e per la garanzia degli operatori. Un grande ospedale per le malattie infettive con il personale più specializzato".

Delle dichiarazioni che arrivano mentre alcune strutture, come quelle di Lodi o di Cremona, sono vicine al collasso. Ma la Regione sta facendo del suo meglio per gestire "in un tempo medio un iper afflusso di pazienti, una necessità crescente". Gallera quindi ha concluso: "E c'è anche il tema degli isolamenti: stiamo definendo una modalità sempre più strutturata di sorveglianza dei contatti diretti, che sono circa 8mila, con il coinvolgimento dei volontari della protezione civile, magari per la consegna dei dispositivi di prevenzione individuale. Rimane un elemento strategico che queste persone rimangano nel loro domicilio e vengano monitorate per i loro possibili aggravamenti".

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