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Condòmini truffati a Novara, amministratore fa sparire quasi mezzo milione di euro: chiesto processo

Chiusa l’inchiesta nei confronti di un amministratore di condominio accusato di appropriazione indebita e autoriciclaggio: avrebbe sottratto 437mila euro dai conti di 17 palazzi che gestiva. Chiesto il rinvio a giudizio. Nei confronti dell’uomo, sono state già pignorate alcune auto d’epoca.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Si è conclusa dopo oltre un anno l’inchiesta sull’amministratore di condominio di Novara accusato di aver sottratto centinaia di migliaia di euro ai palazzi che gestiva. La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per appropriazione indebita e autoriciclaggio: secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe distratto complessivamente 437 mila euro dai conti condominiali, mentre altri 70 mila sarebbero stati restituiti in un secondo momento.

L’indagine è partita dalle denunce di alcuni condomini che, già due anni fa, avevano notato movimenti sospetti e gravi irregolarità nella gestione dei conti. A far scattare definitivamente i controlli è stata la segnalazione di un’impresa di pulizie che lamentava mancati pagamenti da oltre dodici mesi. Da lì la decisione dei residenti di via Gnifetti di revocare l’incarico all’amministratore, che avrebbe continuato comunque ad operare attraverso il proprio studio di amministrazioni immobiliari.

Gli accertamenti hanno poi rivelato una lunga serie di anomalie: prelievi ingiustificati dai conti condominiali, bollette non saldate, versamenti mai registrati e debiti accumulati nei confronti di fornitori e professionisti. In totale, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, la somma complessiva di denaro distratta supererebbe il mezzo milione di euro, una parte del quale sarebbe stata però restituita nel tentativo di ridurre il danno.

Le indagini hanno portato anche al sequestro di alcuni beni personali dell’uomo, tra cui auto d’epoca di valore, già pignorate a garanzia dei creditori. Diciassette condomìni amministrati dal professionista si preparano ora a costituirsi parte civile per chiedere il risarcimento delle somme sottratte.

Ora se il rinvio a giudizio verrà accolto, l’amministratore dovrà rispondere davanti al tribunale non solo di appropriazione indebita ma anche di autoriciclaggio, reato che prevede pene più severe quando le somme sottratte vengono reinvestite per mascherarne la provenienza.

Per molti condomini, che si sono ritrovati con conti in rosso e lavori bloccati, la speranza è ora che la giustizia faccia il suo corso e che almeno parte del denaro venga recuperata. Le accuse sono ormai nero su bianco: per l’amministratore di Novara, la vicenda rischia di trasformarsi in un processo sulla gestione delle risorse condominiali, oltre che sulla fiducia — in questo caso tradita — tra i cittadini e chi è chiamato ad amministrarne i beni.

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