Come Vicentini ha sterminato la famiglia a L’Aquila: la figlia uccisa nel corridoio mentre fuggiva

Si sono svolte nelle scorse ore le autopsie sui corpi di Carla Pasqua e dei due figli Massimo e Alessandra, uccisi a colpi di arma da fuoco a Tempera (L'Aquila) da suo marito, Carlo Vicentini, urologo 70enne in pensione, prima che si suicidasse.

In attesa che arrivino i risultati dell'esame autoptico, fondamentali per ricostruire l'esatta dinamica della tragedia che si sarebbe consumata nella notte tra mercoledì 29 e giovedì 30 marzo scorsi, circa 36 ore prima del ritrovamento dei corpi, gli inquirenti si sarebbero già fatti un'idea.

Come riporta Il Messaggero, già secondo una prima visione esterna dei cadaveri da parte del medico legale e degli stessi esperti della polizia Scientifica di Ancona, la moglie dell’urologo sarebbe stata colpita da un colpo di pistola al collo; gli altri due figli alla testa. Cinque in tutto i colpi sparati dalla P38, legalmente detenuta.

Sempre secondo una prima ricostruzione, la figlia si era accorta della furia omicida del padre e nel tentativo di fuggire sarebbe stata colpita, anche al petto, lungo il corridoio, in piedi dunque, rispetto alla madre e al fratello, colpiti nel sonno, per poi morire dietro la porta della propria camera da letto.

Per ricostruire la dinamica di quanto successo, sarà fondamentale anche l'analisi dei reperti sequestrati dagli inquirenti durante il sopralluogo sul luogo della strage familiare: tra questi ci sono un manoscritto dell’urologo, cinque cellulari, due computer, registrazioni delle telecamere di sicurezza della villetta e tante armi. 

Emergono particolari anche sul biglietto lasciato dall'omicida. Nel foglio scritto con una grafia incerta, considerata dagli esperti "delirante" spiega l'Ansa, il medico cerca di spiegare la situazione che sta vivendo, accusando in modo farneticante alcune persone. Intanto, sono previsti per domani i funerali delle vittime nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio.