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Chi era Carlo Vicentini, l’urologo che ha ucciso la moglie e i due figli a L’Aquila poi si è suicidato

Carlo Vicentini, 70 anni, aveva lavorato a lungo come primario del reparto di urologia dell’ospedale di Teramo. Professionista stimatissimo, era andato in pensione da pochi mesi. Avrebbe ucciso i familiari con una pistola legalmente detenuta, poi si sarebbe tolto la vita. L’omicidio suicidio in una villetta di Tempera, periferia de L’Aquila.
A cura di Davide Falcioni
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Carlo Vicentini
Carlo Vicentini

Carlo Vicentini, 70 anni, ex primario del reparto di urologia dell'Ospedale Civile Giuseppe Mazzini di Teramo,  avrebbe ucciso la moglie Carla di 70 anni e i due figli Massimo (43) e Alessandra (36) in una villetta a Tempera, periferia de L'Aquila, poi si sarebbe tolto la vita. Il delitto sarebbe stato commesso – probabilmente alcuni giorni fa – con una pistola legalmente detenuta e l'uomo avrebbe lasciato un biglietto motivando il suo gesto, documento che gli inquirenti stanno analizzando.

Chi era Carlo Vicentini

Vicentini era un professionista stimatissimo in Abruzzo e appena tre mesi fa aveva lasciato il suo incarico ospedaliero a causa del mancato rinnovo della convenzione tra il nosocomio e l'Università degli Studi de L'Aquila. Laureato nel 1978 in medicina e chirurgia, il dottore aveva conseguito la specializzazione in urologia nel 1981 diventando primario otto anni più tardi. Oltre alla professione medica, esercitata nelle corsie degli ospedali, Vicentini era anche un docente universitario e un ricercatore con all'attivo centinaia di pubblicazioni scientifiche su alcune delle più importanti riviste del settore.

Da pochi mesi, il medico era andato in pensione e il 30 dicembre scorso i suoi più stretti collaboratori gli avevano dedicato una toccante lettera aperta, pubblicata sul sito I Due Punti:

Caro professor Vicentini,
questa non è una lacrimosa lettera d’addio per la conclusione di una lunga esperienza professionale comune. Non è nemmeno una malinconica lettera di commiato, in cui rimpiangere “i bei tempi passati insieme”. No, questa è una lettera volta ad affermare orgogliosamente che tutta la tua e la nostra esperienza professionale , sin dagli anni ’70 del secolo scorso, si sono svolte nell’urologia di riferimento dell’Abruzzo e, come da giudizi esterni, in una delle migliori urologie d’Italia. Siamo stati avanguardia per terapie innovative, siamo cresciuti insieme a Te nei trattamenti integrati per i pazienti oncologici, siamo stati d’esempio nell’assistenza, sia nei risultati fausti che in quelli infausti. Abbiamo vissuto con Te una lunghissima stagione professionale, consapevoli che non si vive solo di stipendio ma anche di soddisfazioni, come quelle derivanti dalla stima e dal riconoscimento pubblico dei pazienti e dei loro familiari. Abbiamo dovuto combattere, vittoriosamente, contro gli invidiosi, divenuti nemici giurati perché incapaci di nutrirsi delle nostre stesse idealità. Ora però, voltandoci indietro, possiamo riconoscerci nelle parole di S. Paolo “…ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la mia fede…”.

Onore a Te professor Vicentini, per il tuo percorso professionale.
E onore a tutti noi, tuoi collaboratori.

il professor Vicentini, terzo da sinistra, con dei colleghi.
il professor Vicentini, terzo da sinistra, con dei colleghi.

Uno dei due figli di Vicentini era gravemente malato

Se la vita professionale di Vicentini era costellata di successi e soddisfazioni quella privata era invece assai più complessa: alla base della tragedia familiare, secondo quanto trapela dalle primissime indagini, ci sarebbero le condizioni di salute molto gravi di uno dei due figli, attaccato a un respiratore. Per questo motivo il professionista, in pensione da circa un mese, avrebbe perso la testa compiendo la strage e assassinando, oltre al ragazzo, la moglie e l'altra figlia. Un'altra ipotesi al vaglio è che Vicentini fosse stato gravemente depresso.

Asl Teramo: "Tragedia inspiegabile"

"Siamo devastati. È una tragedia che non riusciamo a spiegarci: il professor Vicentini era un urologo molto bravo ed apprezzato oltre che un uomo gentile, sensibile e disponibile", ha commentato il direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia. "Era andato in pensione circa un mese fa, dopo aver fatto un grandissimo lavoro nella nostra azienda, nel reparto di urologia a gestione universitaria – continua il dg – al momento del pensionamento il reparto è tornato a gestione ospedaliera, ma ha continuato con il grande lavoro impostato da Vicentini che era medico ricercato da fuori Teramo e fuori regione".

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