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Covid 19

Com’è nato il focolaio di Pojana Maggiore che spaventa il Veneto

Come è scoppiato il nuovo focolaio di Coronavirus in Veneto? Al centro il manager della Laserjet, azienda di Pojana Maggiore, in provincia di Vicenza, che, nonostante avesse manifestato febbre alta e tosse di ritorno da un viaggio in Serbia, avrebbe partecipato a un funerale e ad un festa di compleanno. Altre cinque persone sono risultate positive e 89 sono finite in quarantena. Il figlio dell’imprenditore: “Al suo comportamento non trovo alcuna giustificazione logica”.
A cura di Ida Artiaco
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Un viaggio fuori dall'Italia, il ritorno con i sintomi tipici del Coronavirus, l'incontro con decine di collaboratori e amici e il rifiuto del ricovero prima di finire lui stesso nel reparto di terapia intensiva, che 89 persone finissero in quarantena e che altre cinque persone risultassero a loro volta positive. È questa la ricostruzione fornita dal governatore del Veneto, Luca Zaia, su come è scoppiato il nuovo focolaio Covid a Vicenza: il paziente è un imprenditore, manager Laserjet, azienda dedita alla lavorazione delle lamiere di Pojana Maggior, contagiato dopo essere dopo essere tornato dalla Serbia lo scorso 25 giugno ed aver avuto contatti con un operaio, a sua volta positivo, che pare sia deceduto nei giorni scorsi. L'uomo, nonostante avesse manifestato i sintomi tipici dell'infezione, cioè febbre alta e tosse secca, avrebbe partecipato ad un funerale e ad una festa di compleanno, a contatto con decine di persone, prima di essere sottoposto a tampone, che ha confermato la sua positività a Covid-19. Avrebbe anche rifiutato il ricovero, prima che le condizioni peggiorassero e fosse costretto al trasferimento in terapia intensiva.

Il figlio: "Ha ragione Zaia: avrebbe meritato il ricovero"

"Ha ragione Zaia, non si può rischiare di contagiare altre persone", ha commentato al Corriere della Sera il figlio 40enne del manager della Laserjet. "Al suo comportamento non trovo alcuna giustificazione logica", ha aggiunto, ipotizzando "una leggerezza o una sottovalutazione del pericolo al quale stava andando incontro. E pensare che papà all’inizio era molto attento a ogni forma di prevenzione. Ad ogni modo ha sbagliato, e questo non si discute". Anche il fratello dell'imprenditore sembra prendere le distanze da quanto successo, affermando che "il viaggio d’affari di cui ho letto sulla stampa non esiste, non ha niente a che vedere con gli impegni dell’azienda – ha detto sempre al Corriere parlando dunque di "una trasferta privata di cui non ero al corrente e della quale non so niente né posso dire niente". Ha aggiunto che come familiari e azienda "diffonderemo un comunicato stampa che chiarisce la nostra posizione. Non sono andato in ospedale e trovarlo, tantomeno so come sta".

L'azienda smentisce: "Mai violata la quarantena"

Il comunicato dell'azienda, di cui ha parlato il fratello del manager, è arrivato nelle scorse ore. Nella nota si legge come la Laserjet, che conta al momento 170 dipendenti e ben 4 sedi, tra cui una proprio in Serbia, abbia sempre "rispettato tutte le precauzioni nelle aziende" dove sono stati "attuati i protocolli anti-Covid in maniera attenta e dettagliata". Dunque, "non esiste alcun pericolo né per i clienti né per le persone che ci lavorano". C’è un solo punto riguardo al quale famiglia e direzione aziendale si mostrano compatti e schierati al fianco dell’uomo che intanto, pur rimanendo in prognosi riservata, sembra rispondere bene alle prime cure. Inoltre, sempre il fratello ha specificato che l'imprenditore non ha violato la quarantena, così come molti organi di stampa hanno riportato: "Non è vero che dopo aver rifiutato il ricovero è tornato alla vita di tutti i giorni come se nulla fosse accaduto. È stato riaccompagnato a casa in ambulanza e dal quel momento è sempre rimasto barricato in camera da letto per quattro giorni. Il primo luglio è peggiorato e, sempre in ambulanza, è stato portato in ospedale. Possiamo garantire che è rimasto in isolamento a casa".

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