Cittadinanza italiana pagata con sesso, soldi e voti: otto indagati in Abruzzo

La cittadinanza italiana venduta come una merce, pagata non solo con denaro ma anche con voti elettorali e favori sessuali. È l'inquietante scenario emerso dall'inchiesta della Procura di Lanciano che ha portato all'avviso di conclusione delle indagini preliminari per otto persone accusate di aver orchestrato un sofisticato sistema di traffico di cittadinanze nei comuni di Borrello e Montebello sul Sangro.
L'indagine, coordinata dal procuratore Mirvana Di Serio e dal pubblico ministero Miriana Greco con i carabinieri della compagnia di Atessa, ha svelato l'esistenza di due distinte associazioni per delinquere specializzate nel garantire residenze fittizie a cittadini sudamericani, permettendo loro di ottenere illegalmente la cittadinanza italiana.
Il primo gruppo: l'asse argentino
La prima organizzazione criminale, attiva dal luglio 2022, aveva come riferimento principale i cittadini argentini. Al vertice la 59enne di origine argentina Marcela Elena Clavaschino e il 56enne connazionale Adrian Mario Luciano, che secondo l'accusa fungevano da promotori e organizzatori del sodalizio.
Il meccanismo poteva contare sulla collaborazione di figure istituzionali chiave: il sindaco di Borrello Armando Di Luca (50 anni), il primo cittadino di Montebello sul Sangro Nicola Di Fabrizio (47 anni) e l'addetto all'anagrafe di entrambi i comuni Luciano Nicola Giampaolo (70 anni).
Per ogni pratica fraudolenta, il gruppo incassava tra i 2.500 e i 5.000 euro, utilizzando come indirizzi fittizi immobili disabitati all'insaputa dei proprietari, le abitazioni dei vertici dell'organizzazione e un bed&breakfast gestito dalla coppia argentina.
La seconda rete: specializzata sui brasiliani
Dal luglio 2023 ha preso forma una seconda associazione criminale, concentrata esclusivamente su Montebello sul Sangro e specializzata nelle pratiche per cittadini brasiliani. A guidarla Mauro Paolini, 66 anni, ex ufficiale di anagrafe che avrebbe sfruttato la sua esperienza professionale per creare questo canale illecito parallelo.
Anche in questo caso risultano coinvolti il sindaco Di Fabrizio e l'impiegato Giampaolo, che emergono così come le figure interne all'amministrazione presuntamente al servizio di entrambi i sistemi. A completare il quadro i brasiliani Felipe Leonardo Carrer Cruz (26 anni) e Marcos Carrer Cruz (62 anni), con base operativa in un immobile di via Riga.
Un sistema di corruzione a tutto campo
Le accuse vanno ben oltre la semplice associazione a delinquere. Secondo gli investigatori, i pubblici ufficiali venivano "comprati" attraverso diverse forme di corruzione. A Giampaolo, figura centrale di entrambe le organizzazioni, viene contestato di aver ricevuto non solo denaro, ma anche "prestazioni sessuali da Marcela Clavaschino", oltre a omaggi, sconti nelle attività gestite dalla coppia argentina e il pagamento dell'affitto per l'appartamento dell'ex moglie.
Particolarmente grave la posizione del sindaco Di Luca, accusato di aver ricevuto somme non quantificate e "i voti in suo favore da parte dei cittadini argentini in occasione delle elezioni amministrative dell'8 e del 9 giugno 2024" – elezioni che lo hanno poi riconfermato alla guida del comune. Analoghe accuse di corruzione riguardano anche il sindaco Di Fabrizio per atti contrari ai doveri del suo ufficio.
La fabbrica dei falsi
Alla base dell'intera operazione, una sistematica produzione di documenti falsi. I sindaci Di Luca e Di Fabrizio, insieme al funzionario Giampaolo, sono accusati di falso ideologico continuato per le centinaia di certificati irregolarmente emessi, oltre alla creazione di false comunicazioni di ospitalità e fittizie dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà.
Il meccanismo sfruttava una peculiarità del diritto italiano: il principio dello ius sanguinis, per cui "diventa cittadino per nascita il figlio di padre o di madre cittadini" senza limiti generazionali. Molti sudamericani cercano così di ricostruire legami genealogici con antenati italiani emigrati, ma quando questi parenti non esistono, entrano in azione organizzazioni come quelle smantellate dall'indagine.
Gli otto indagati – assistiti dagli avvocati Paolo Valentino Sisti, Diana Peschi, Augusto La Morgia, Sergio Della Rocca, Massimo Galasso, Roberto Crognale e Giovanni Carlo Esposito – hanno ora venti giorni per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati.