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Catania, arrestato lo chef Carmelo Chiaramonte: preparava piatti a base di marijuana

È stato arrestato a Trecastagni lo chef freelance Carmelo Chiaramonte: l’uomo avrebbe servito nei suoi piatti cibo alla marijuana, così come hanno verificato i carabinieri di Catania, rivenendo nella sua abitazione vino e barattoli di olive, caffè e tonno insaporiti con della cannabis. Ma per lui non è un reato: si è difeso definendosi “un consulente agroalimentare della cucina mediterranea del terzo millennio”.
A cura di Ida Artiaco
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Carmelo Chiaramonte (Facebook).
Carmelo Chiaramonte (Facebook).

Aromatizzava i suoi piatti con la marijuana e li serviva con ingredienti segreti, altrettanto "stupefacenti", che non sono passati inosservati alle forze dell'ordine. Per questo, i carabinieri di Catania hanno arrestato lo chef Carmelo Chiaramonte, 50 anni di Trecastagni, piccolo paese alle pendici dell'Etna. L'accusa per lui è di detenzione ai fini di spaccio di droga. I militari, dopo essere venuti a conoscenza della particolare cucina dell'uomo, hanno trovato in suo possesso nella sua abitazione due piante di marijuana alte due metri e mezzo, mezzo chilo di infiorescenze di canapa indiana, vino e barattoli di olive, caffè e tonno insaporiti con della cannabis. In particolare, gli inquirenti sono stati attratti da due prodotti presenti nella sua dispensa, con le etichette "Santa Caterina SballOlives"poste su un barattolo contenente olive trattate alla marijuana, e da una bottiglia di vino "Kannamang". 

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Ma per il cuoco, tuttavia, che ha sottolineato di essere uno "chef freelance", non si tratta assolutamente di un reato: ha infatti precisato di operare nel settore gastronomico alla ricerca di nuovi gusti e aromi, definendosi "un consulente agroalimentare della cucina mediterranea del terzo millennio". Dopo aver trovato gli ingredienti segreti nella sua abitazione, i militari hanno anche esteso la perquisizione all’automobile ed all’abitazione di residenza del 50enne, rinvenendo ulteriori grammi di marijuana che, in considerazione delle quantità di sostanza stupefacente complessivamente rinvenuta e delle modalità di occultamento, hanno determinato il suo arresto. Inizialmente posto ai domiciliari, dopo la convalida dell'arresto lo chef è tornato in libertà in attesa del processo.

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