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Reciso il filo salva-vita: cardiopatico muore al pronto soccorso

Un uomo è morto a Pistoia, forse per un errore del personale medico: un’infermiera ha tranciato il filo salva-vita che provocava all’uomo il battito del cuore. La Procura apre un’inchiesta.
A cura di Carmine Della Pia
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Cardiopatico muore per un errore fatale di un'infermiera

Un paziente 69enne è morto all'ospedale del Ceppo di Pistoia : il filo salva-cuore è stato tagliato. Sarebbe stata un'infermiera, ora indagata, l'autrice dell'incidente, la polizia è intervenuta sul caso dopo una denuncia presentata dalla figlia della vittima. L'altra notte il paziente era arrivato al pronto soccorso di Pistoia in codice rosso. Medici e personale ospedaliero avevano prontamente attivato le procedure di intervento, ma, tagliando i vestiti, è stato tranciato anche il filo del Vad, Ventricular assestement device: l'uomo è morto qualche minuto dopo. Il dispositivo, impiantato tempo fa dai cardiologici dell'ospedale San Raffaele di Milano, provocava al malato il battito del cuore. Si trattava, quindi, di un apparecchio salva-vita. E' stata aperta un'inchiesta per omicidio colposo: bisognerà stabilire le responsabilità del personale medico e, soprattutto, accertare che a provocare la morte del paziente sia stata proprio la rottura del Vad.

Dubbi sulle cause della morte – Una nota della Asl di Pistoia informa del caso: "In un intervento in emergenza si è verificato il distacco elettrico del dispositivo di supporto ventricolare Vad che gli era stato impiantato da tempo al San Raffaele. Il paziente era affetto da una gravissima insufficienza cardiaca". L'inchiesta avviata a Pistoia determinerà proprio la responsabilità del personale medico, e di un'infermiera, in particolare, che avrebbe tranciato il filo Vad. Viste le pessime condizioni in cui il 69enne era giunto al pronto soccorso, ci si chiede se questi avesse perso la vita in ogni caso, a prescindere dal fatale errore medico. Il dispositivo è stato sequestrato, e sul cadavere della vittima è stata disposta un'autopsia.

Anche i medici del San Raffaele coinvolti nell'intervento – Il dispositivo salva-vita era stato impiantato alcuni mesi fa al San Raffaele di Milano. Per tale motivo, anche prima dell'arrivo del paziente all'ospedale del Ceppo di Pistoia, le procedure erano state coadiuvate anche dai medici dell'ospedale milanese. L'inchiesta è scattata quando la figlia della vittima ha presentato una denuncia, sancendo, così, l'intervento della polizia.

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