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Carcere di Salerno, la denuncia: “Condizioni disumane. Il pranzo? Un pacchetto di sottilette in sei”

Non solo la presenza massiccia di ammalati nella casa circondariale salernitana, condizione purtroppo molto diffusa in tutte le carceri italiane: una lettera aperta descrive situazioni allarmanti. “Mi hanno raccontato in una cella che il pranzo consisteva in un pacchetto di sottilette da dividersi in sei”
A cura di Gaia Bozza
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Petko viene dalla Serbia, ha poco più di venti anni, ha un tumore al cervello, diagnosticato durante la detenzione. Se tutto va bene a settembre potrà fare una nuova risonanza magnetica, ma "da aprile per lui solo la solita pillola che va bene per tutti i mali e niente altro". Poi c'è "Giovanna, dializzata incompatibile con il regime detentivo, per questo fino al mese scorso agli arresti domiciliari per scontare il suo residuo di pena, ma una fatale evasione di pochi minuti per comprare le sigarette, l’ha ricondotta in carcere passando per il cosiddetto regime di 41bis della sezione detentiva dell’Ospedale cittadino.Veronica invece è epilettica". A scrivere è Donato Salzano, dell'associazione radicale salernitana Maurizio Provenza, che aderisce al Satyagraha portato avanti dagli altri esponenti radicali e denuncia condizioni molto critiche nel carcere di Salerno in una lettera aperta indirizzata al cappellano del carcere, al direttore della Caritas diocesana e all'associazione "Migranti senza frontiere". Non solo la presenza massiccia di ammalati nella casa circondariale salernitana, condizione purtroppo molto diffusa in tutte le carceri italiane: Salzano descrive anche altre situazioni allarmanti. "Mi hanno raccontato in una cella – scrive dopo l'ultima visita ispettiva – che il pranzo consisteva in un pacchetto di sottilette da dividersi in sei. Lo scandalo di questo Stato che offre il vitto nelle carceri in virtù di un appalto già a € 3,80 a testa al giorno per colazione pranzo e cena, tarato poi sul numero dei posti legali, mica sulla popolazione effettivamente ristretta". Un pacchetto di sottilette diviso sei, questo il pranzo che offre l'Italia ai detenuti.

Ma nel carcere salernitano il vero record è quello del numero di detenuti in attesa di giudizio, che sono in cella prima della condanna: "Un aumento esponenziale che vede il 54 per cento dei detenuti in attesa di giudizio, un dato addirittura molto più alto di quello nazionale che si attesterebbe intorno al 40 per cento", che è poi il record in Europa. Un record nel record, insomma.  Ci sono, certo, segnali positivi: il tasso di sovraffollamento "scende dal 152 per cento al 133 per cento". In 100 posti vivono 133 persone: una diminuzione dovuta agli sconti di pena e ai trasferimenti dopo l'intervento dell'Europa, che però "spostano il problema del sovraffollamento in altre carceri", secondo l'esponente radicale. Questo vuol dire anche che c'è un solo pasto al giorno, racconta Salzano, l'acqua che in certi giorni arriva solo per tre ore e la presenza di persone ancora stipate "come carne da macello".

Senza contare il grave problema dell’assistenza sanitaria: "Medici e infermieri non vedono erogarsi lo stipendio da gennaio o i più fortunati da maggio scorso racconta il segretario dell'associazione –  il Soresa (ente regionale per la riduzione del debito della sanità in Campania) preposto ad evadere la richiesta dei farmaci, restituisce soltanto il 10% della richiesta dell’infermeria del carcere, mancano tutti i prodotti parafarmaceutici: garze, ovatta, cerotti, alcool, le visite specialistiche hanno dei tempi lunghissimi senza tenere in considerazione tempi e motivi della detenzione". Ci sono solo tre psichiatri, che hanno vita durissima: le patologie psichiatriche imperversano su "almeno il 60 per cento della popolazione ristretta".

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