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Caporalato, arrestati 2 manager di Grafica Veneta: è l’azienda che stampa i libri di Harry Potter

L’amministratore delegato e il direttore dell’area tecnica di Grafica Veneta Spa, azienda leader nella stampa di libri e pubblicazioni, tra gli 11 arrestati dai carabinieri di Cittadella (Padova) nell’operazione che ha sgominato un’organizzazione di pakistani che sfruttava lavoratori connazionali.
A cura di Susanna Picone
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Undici persone sono state arrestate dai carabinieri di Cittadella (Padova) in una operazione che ha sgominato un'organizzazione di pakistani che sfruttava dei lavoratori connazionali. Tra le persone finite in manette ci sono anche l'amministratore delegato e il direttore dell'area tecnica di Grafica Veneta Spa, azienda leader nella stampa di libri e pubblicazioni. Si tratta di Giorgio Bertan, 43 anni, e Giampaolo Pinton, 60 anni. I due dirigenti, secondo la Procura di Padova, erano a conoscenza della situazione di illegalità e dei metodi violenti usati dall'organizzazione per soggiogare e intimidire i lavoratori. Grafica Veneta Spa stampa anche i libri di Harry Potter e bestseller come la biografia di Barack Obama.

L'indagine ha inizio nel maggio del 2020 quando, a Piove di Sacco (Padova), lungo la Strada statale 16 al km 0+700, è stato trovato un cittadino pakistano legato con le mani dietro la schiena, che presentava lesioni sul corpo, chiaramente derivanti dalle botte che aveva subito. Successive segnalazioni giunte all'Arma di Padova e Mestre (Venezia) indicavano la presenza di altri stranieri provenienti dallo stesso paese, che chiedevano aiuto raccontando di essere stati picchiati, derubati dei documenti e dei loro averi, e quindi abbandonati per strada. Altri cinque pakistani si erano presentati all'ospedale di Padova con storie simili. Gli accertamenti avviati dal Nucleo operativo e radiomobile della compagnia carabinieri di Cittadella hanno consentito di appurare che che le situazioni in questione facevano capo ad un unico evento che si era consumato tra i Comuni di Trebaseleghe e Loreggia il 25 maggio 2020. Le vittime erano tutte dipendenti di una società trentina attiva nel campo del confezionamento e finissaggio di prodotti per l'editoria, di proprietà di due cittadini (padre e figlio) pakistani con cittadinanza italiana, che fornisce manodopera ad alcune aziende ubicate nel nord. Nella fattispecie, le vittime, durante quel periodo, lavoravano presso Grafica Veneta di Trebaseleghe. Le indagini hanno permesso di accertare la concordanza delle testimonianze fornite dalle vittime, fornendo lo spunto per richiedere alla procura di Padova, l'avvio di un'attività investigativa di carattere tecnico, con il coordinamento del pubblico ministero Andrea Girlando. È emerso da subito come i titolari della ‘B.M. Services Sas' con sede in Lavis, in provincia di Trento, assumessero connazionali per brevi periodi, stipulando regolari contratti di lavoro (part-time e full-time). Ma nella realtà questi operai venivano sfruttati per molte ore al giorno (anche 12), senza alcuna pausa per riposare, senza ferie, né alcuna tutela rientrante nel pacchetto dei diritti del lavoratore. Era anche stato avviato un articolato "sistema estorsivo" finalizzato al recupero di una gran parte dello stipendio che veniva versato, ma di fatto riacquisito con prelievi agli sportelli Atm eseguiti personalmente dai due titolari o da persone di loro fiducia attraverso le carte di debito intestate ai lavoratori, che si facevano consegnare all'occorrenza per riacquisire il denaro, così come la tredicesima. I lavoratori erano anche costretti a pagarsi l'affitto per un posto letto ricavato in abitazioni dove vivevano anche in più di 20 persone ammassate, messe a disposizione dall'organizzazione che si avvaleva di connazionali di fiducia per gestire il tutto.

La società trentina assumeva lavoratori provenienti dal Pakistan per pochi mesi. Questi non erano a conoscenza dei basilari diritti riconosciuti ai lavoratori nel nostro Paese. Il protrarsi delle assunzioni, però, ha comportato che gli operai avevano iniziato a capire di essere oggetto di sfruttamento. Si erano quindi rivolti a un sindacato di categoria. I titolari della società di Lavis e i loro fedelissimi che gestivano questa organizzazione illecita, dopo aver scoperto quanto era accaduto, avrebbero organizzato un'azione punitiva che potesse anche costituire da esempio per eventuali altri lavoratori "ribelli". Il 25 maggio, al ritorno nelle loro abitazioni di Trebaseleghe e Loreggia, gli operai hanno trovato ad attenderli le squadre di picchiatori che li hanno aggrediti e, dopo averli legati mani e piedi, percossi per derubarli dei soldi, dei documenti e di ogni altro avere, compresi i cellulari per impedire loro di chiedere aiuto. Infine, li hanno costretti a salire a bordo di tre veicoli, per abbandonarli a Trebaseleghe e Loreggia. La procura di Padova, condividendo le risultanze investigative dei carabinieri della compagnia di Cittadella, "supportate da inequivocabili fonti probatorie", ha richiesto al gip l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare contro 11 persone.

Grafica Veneta spa "ha preso atto con rammarico e sorpresa" sul suo coinvolgimento nel blitz anticaporalato condotto dai carabinieri, che ha portato agli arresti domiciliari per due suoi manager. Lo afferma in una nota il presidente dell'azienda di Trebaseleghe, Fabio Franceschi, che esprime "la solidarietà ai collaboratori citati in questa vicenda e ne sottolineo la piena stima e il completo supporto". Franceschi precisa che "la società che gestiva l'appalto è interessata di altri analoghi appalti non solo in Veneto, ma anche in altre Regioni del Nord Italia; infatti le prestazioni di BM in favore di Grafica Veneta rappresentano una modestissima parte del totale dell'attività svolta proprio nel settore grafico, da questa società". "Grafica Veneta – sottolinea il presidente – era del tutto all'oscuro di quanto sembrerebbe emergere dall'inchiesta, e del resto l'oggetto della contestazione ai suoi funzionari riguarda solo ed esclusivamente un asserito ostacolo all'indagine, ostacolo che non è mai stato posto dalla società, che intende invece collaborare con le forze dell'ordine e la magistratura per il ripristino della legalità in primis e quindi della verità". Franceschi ribadisce che "Grafica Veneta ha sempre onorato con puntualità agli accordi economici con tutti i propri fornitori e così anche con gli appaltatori, mettendoli in grado a loro volta di onorare gli impegni che questi hanno con le loro maestranze, e di questo – conclude – ne ha sempre fatto un vanto".

Qualche anno fa Franceschi, imprenditore a capo di Grafica Veneta, fece parlare di sé raccontando la grande difficoltà che incontrava per assumere lavoratori. "Non siamo un’azienda sconosciuta, la paga è buona e oscilla tra i 1.300 e i 1.500 euro al mese a seconda dell’inquadramento e la proposta è finalizzata ad un assunzione a tempo indeterminato. Non so proprio spiegarmi perché non ci risponde nessuno", raccontava.

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