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Cadavere di 19enne con testa e mani mozzate, svolta nelle indagini a Genova: due fermati

La svolta nella serata di domenica dopo un lunghissimo interrogatorio in caserma durato ore. I due non hanno ammesso il delitto ma le accuse sono pesantissime, devono rispondere dei reati di omicidio e soppressione di cadavere.
A cura di Antonio Palma
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Svolta nelle indagini sul macabro ritrovamento del cadavere mutilato di un giovane 19enne rinvenuto nei giorni scorsi nelle acque antistanti il porticciolo di Santa Margherita Ligure, a Genova. Per ordine della magistratura, i carabinieri hanno posto in stato di fermo due giovani ritenuti responsabili dell’uccisione ma anche della sparizione del corpo della vittima, il 19enne Mahmoud Sayed Mohamed Abdalla.

La svolta nella serata di domenica dopo un lunghissimo interrogatorio in caserma durato ore. I due erano stati individuati come tra gli ultimi contatti della vittima nell’ambito delle indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo investigativo e dalla Compagnia di Chiavari. Portati in caserma e interrogati per ore alla presenza del magistrato, le loro affermazioni hanno portato la pm della Procura di Genova, Daniela Pischetola, a disporre il decreto di fermo nei loro confronti.

I due cittadini egiziani non hanno ammesso il delitto ma le accuse sono pesantissime, devono rispondere dei reati di omicidio e soppressione di cadavere. Secondo gli inquirenti, infatti, sarebbero stati loro a uccidere il connazionale nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 luglio. Il 19enne è stato colpito a morte con un punteruolo al cuore, come ha stabilito l’autopsia, poi il corpo sarebbe stato gettato in mare dove infine è stato rinvenuto smembrato, in parte a Santa Margherita e in parte alla foce dell'Entella, a Chiavari.

Secondo una prima ipotesi, l'omicidio sarebbe avvenuto materialmente proprio  a Chiavari dove sono tornati a galla gli arti della vittima su due spiagge a poche centinaia di metri di distanza tra loro. Come possibile movente, gli inquirenti ipotizzano quella di motivi personali ed economici. Secondo quanto ricostruito, infatti, nei giorni precedenti all’omicidio, tra vittima e i due indagati sarebbe scoppiata una furibonda lite legata a questioni economiche e lavorative. Le indagini però proseguono anche per stabilire se il cadavere, la cui testa non è stata ancora ritrovata, sia stato smembrato dagli assassini o se sia stato ridotto così dopo essere stato gettato in mare.

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