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News sull'incidente dell'autobus a Mestre

“Una mamma urlava: salva la mia bambina”, il racconto dei primi soccorritori nel bus di Mestre

Due operai, arrivati dal Gambia per lavorare in Italia, sono stati tra i primi ad intervenire insieme ai pompieri dopo che il pullman di turisti stranieri è precipitato dal cavalcavia a Mestre, buttandosi tra le fiamme per cercare di salvare le persone imprigionate nel mezzo. “Mai vista una cosa così brutta” ammettono a Fanpage.it.
A cura di Biagio Chiariello
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"Sono stati i vigili del fuoco a chiamarci chiedendo aiuto. Noi abbiamo dato loro una mano a portare fuori la gente. C'erano tante persone, non le abbiamo contate. Alcuni erano morti. Non abbiamo mai visto una cosa così, una cosa così brutta". Un 27enne operaio di Fincantieri, arrivato dal Gambia per lavorare in Italia, è tra i giovani intervenuti per primi dopo che un autobus è precipitato dal cavalcavia a Mestre, buttandosi tra le fiamme per cercare di salvare le persone imprigionate nel mezzo.

"Avevano bisogno di aiuto. Se qualcuno ha bisogno di aiuto, bisogna agire" ha risposto alle domande del reporter di Fanpage.it che gli chiedeva se avesse avuto paura. "Abbiamo sentito questo boato, non potevo credere al fatto che un pullman fosse precipitato" ammette il ragazzo.

"Ho provato ad intervenire usando un estintore dei pompieri, poi sono arrivati i carabinieri e con loro abbiamo tirato fuori dal bus alcune persone" dice ancora il gambiano.

"All'interno c'erano molte persone, abbiamo visto anche una bambina. Credo fosse straniero, perché sua madre parlava in inglese e urlava ‘my daughter, save my daughter (mia figlia, salva mia figlia)" ha spiegato a Fanpage.it un collega e amico del 27enne, anche lui tra i primi soccorritori ieri sera. A bordo del pullman c'era infatti un gruppo di turisti stranieri, tra cui ucraini, francesi, spagnoli, croati e tedeschi, che stava rientrando a Marghera dopo essere stato a Venezia. L'unica vittima italiana sarebbe invece l'autista, il 40enne Alberto Rizzotto.

"Mi è sembrato di stringere mio figlio tra le braccia. È stato tremendo, non so se sia sopravvissuta. Io credo fosse viva, ma quando sono arrivati i soccorsi ci hanno allontanati subito" ha detto il ragazzo. "Non riesco a credere a quello che ho visto – aggiunge – tutti quei corpi, tutti quei morti. Non so dirvi quanto fossero, erano tanti. E poi le urla, i pianti. Sono ancora nella mia testa, ce li ho ancora davanti agli occhi".

Il ragazzo ha detto di aver visto l'autista nella cabina del bus, ma l'uomo era già morto.

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