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Burioni spiega cos’è il correlato di protezione e perché si deve fare la terza dose di vaccino Covid

Roberto Burioni, virologo del San Raffaele di Milano, nella consueta lezione della domenica sera a Che tempo che fa ha spiegato perché si deve fare le terza dose di vaccino Covid senza dosaggio degli anticorpi, che non serve.
A cura di Ida Artiaco
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"Bisogna fare la terza dose di vaccino anti Covid, che è un vaccino non sperimentale ma sperimentato. È inutile fare il dosaggio degli anticorpi". È tornato a parlare di dose di richiamo e anticorpi Roberto Burioni, virologo del San Raffaele di Milano, nel corso della consueta lezione tenuta sul Coronavirus durante la trasmissione Che tempo che fa andata in onda domenica sera su Rai 3. "Qualche settimana fa – ha esordito l'esperto – abbiamo raccontato come il dosaggio degli anticorpi non sia particolarmente utile prima di fare la terza dose di vaccino. Questo ha suscitato curiosità e domande. Per chiarire questa questione dobbiamo illustrare un concetto: il correlato di protezione. Si tratta di un esame del sangue che si può far fare ad un paziente e a seconda del risultato si può dire che il paziente è protetto dall'infezione o meno".

Burioni fa a questo punto due esempi: "Nel caso della rosolia, sappiamo che è un'infezione molto pericolosa in gravidanza quindi immaginiamo una signora incinta che viene da me e mi dice di non ricordare se è stata vaccinata o meno. Io a quel punto prendo il sangue e le faccio dosare gli anticorpi contro il virus della rosolia. Se sono superiori a un certo livello, posso dirle di stare tranquilla, se invece sono di meno le dico di stare attenta. Questa è una situazione semplice, il correlato di protezione c'è. Ma non sempre le cose sono così lineari. Se parliamo ad esempio dell'influenza è vero che c'è correlato di protezione, cioè alcuni anticorpi proteggono, ma non tutti. Quindi dosare gli anticorpi non serve. In altri casi, addirittura il correlato di protezione non c'è. Per esempio, nel caso del vaccino contro il papilloma, noi non sappiamo distinguere in nessun modo chi è protetto e chi non lo è".

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E per quanto riguarda il Covid? "Sarebbe molto importante avere un dato, un livello di anticorpi che ci dice se un paziente è protetto – ha spiegato Burioni -. Ma questo ancora non siamo riusciti ad ottenerlo. C'è stato uno studio molto ampio che è avvenuto in Israele e che ha riguardato l'osservazione di pazienti che si erano infettati nonostante la vaccinazione. Ma i ricercatori non sono riusciti a definire un titolo anticorpale protettivo. Per questo tutte le organizzazioni sanitarie internazionali raccomandano di non valutare la protezione di una persona attraverso la quantità degli anticorpi. Il che non serve neanche per capire se ci saranno degli effetti collaterali".

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Per questo, il virologo ha concluso sottolineando l'importanza di fare la terza dose di vaccino. "Facciamo la terza dose quando deve essere fatta, non c'è bisogno di dosare gli anticorpi. Piuttosto, stanno cominciando ad arrivare i primi dati da Uk e Israele, che per primi hanno cominciato le somministrazioni. Si tratta di dati entusiasmanti dal punto di vista della sicurezza che è confermata ma anche dal punto di vista della protezione perché arriva vicino al 100 per 100. Qualcuno continua a dire che questo è un vaccino sperimentale, ma non è vero: è sperimentato. Gli effetti a lungo termine? Non esiste nessun vaccino oggi conosciuto che abbia dato effetti oltre le due settimane dalla somministrazione e non esiste nessuna plausibile ragione scientifica che faccia pensare che questo vaccino possa avere effetti a lungo termine mentre molto più preoccupante è il potenziale effetto a lungo termine del Covid".

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