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Covid 19

Brusaferro (ISS): “Ad aprile il 44% delle infezioni in Rsa e case di riposo”

Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro nel corso della conferenza stampa tenuta questa mattina per fare il punto sull’emergenza sanitaria. “Il 44,1 per cento delle infezioni di coronavirus nel mese di aprile si sono registrate nelle Rsa, il 24, 7 per cento in famiglia, il 10,8 per cento negli ospedali e e il 4,2% sul luogo di lavoro”.
A cura di Davide Falcioni
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Il 44,1 per cento delle infezioni di coronavirus nel mese di aprile si sono registrate nelle Rsa, il 24, 7 per cento in famiglia, il 10,8 per cento negli ospedali e e il 4,2% sul luogo di lavoro. A renderlo noto il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro nel corso di una conferenza stampa tenuta questa mattina per fare il punto sull'emergenza sanitaria. I dati degli ultimi giorni testimoniano che i casi di Covid-19 si stanno riducendo dappertutto, ma che non è ancora assolutamente possibile cantare vittoria; per questo è ora "necessaria prudenza rispetto alle misure di riapertura perché la situazione è diversificata nel Paese".

Iss: "L'indice R-0 a livello nazionale  tra 0,2 e 0,7"

Secondo i modelli matematici elaborati dall'Iss e dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento l'indice R-0, che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva, già dal 6 aprile si attestava mediamente a un valore tra 0,2 e 0,7, considerando l'intero Paese. Si tratta dell'indice che misura il numero medio delle infezioni prodotte da ciascun individuo infetto dopo l'applicazione delle misure di contenimento dell'epidemia stessa. L'Istituto ha pubblicato uno schema che riporta il valore di R-0 nelle diverse regioni italiane, escludendo quelle per cui il dato non è considerato sufficientemente stabile: si va dal valore medio massimo dell'Emilia-Romagna con 0,71 al minimo della Sicilia con 0,34; la Lombardia è allo 0,40, mentre il Piemonte non è indicato. R-0, sottolineano gli esperti dell'Iss, "è solo uno degli indicatori che servono a definire i provvedimenti da adottare nella Fase 2. La differenza tra gli indici regionali non rappresenta necessariamente una condizione per differenziare le misure successive a questa fase. Il valore di Rt, che sarà pubblicato settimanalmente, rappresenta uno strumento importante per monitorare le misure di controllo nel tempo e la loro efficacia".

Brusaferro: "Focolai anche in zona a bassa circolazione del virus"

Il presidente dell'Istituto Superiore della Sanità ha spiegato l'epidemia al Nord e in Lombardia "è partita molto prima, di sicuro a gennaio e forse anche prima" e che oggi "anche nelle zone a bassa circolazione del virus ci sono comunque dei focolai, come nel Lazio, in Calabria, in Sicilia: globalmente l'intensità di circolazione si è molto ridotta, ma rimane la circolazione del virus. Questo è il motivo per cui anche quando parliamo di allentare alcune misure – ha aggiunto – si esprime sempre la cautela e la necessità di muoversi passo passo, perché la situazione epidemiologica è nettamente migliorata ma non possiamo ignorare che il virus continua a circolare. Dobbiamo muoverci in maniera cauta, con misure progressive e con un continuo monitoraggio nel momento della riapertura perché la situazione è differenziata nel paese". L'Italia, quindi, è tutt'altro che fuori pericolo ed è concreto il rischio che dopo il 4 maggio, con la parziale riapertura del paese, possano risorgere nuovi pericolosi focolai epidemici che andranno prontamente individuati e circoscritti. La strategia del governo sarà quella di istituire nuove zone rosse dove necessario.

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