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Bologna, la polizia fotosegnala per strada i giovani contro le risse: scoppia la polemica

La denuncia è di sei consiglieri comunali, che poi hanno incontrato il questore per chiedere spiegazioni. Santori: “Potevano avvertirci prima”
A cura di Beppe Facchini
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Giovani fermati per strada dalle forze dell'ordine e fotosegnalati nel centro di Bologna. Obiettivo: prevenire altre risse ed episodi di violenza, come quelli registrati nelle ultime settimane nel capoluogo emiliano, in particolare nella zona universitaria. A sollevare la questione sono sei consiglieri comunali di maggioranza, fra cui c'è anche Mattia Santori, leader delle Sardine eletto all'ultima tornata fra le fila del Pd e delegato alle politiche giovanili.

“Ci sono arrivate diverse segnalazioni, soprattutto da famiglie stranite per i racconti fatti dai figli una volta rientrati a casa -spiega Santori a Fanpage.it-. Pur sapendo che c'è un tema legato agli episodi di violenza fra giovani, di cui si parla molto soprattutto nelle ultime settimane, non eravamo al corrente di questa operazione di identificazione, così abbiamo dato voce a tutte le segnalazioni che ci sono giunte, per capirne di più. Proprio questa mattina -prosegue- abbiamo incontrato il questore di Bologna, Isabello Fusiello, e ci è stato spiegato che si tratta di un modo per prevenire risse e tafferugli prima che accadano, un deterrente che effettivamente sta già funzionando”.

Le identificazioni con tanto di fotocamera, per riprendere sia i volti che i documenti di identità di giovani fermati in piazza o per strada anche nelle ore pomeridiane, e pur senza alcun evento che possa richiedere l'intervento delle forze dell'ordine, ha però già creato alcune perplessità in città. Anche perché ci sono testimonianze di ragazzi e adolescenti fotosegnalati che raccontano di alcuni controlli svolti in un clima un po' teso o comunque poco sereno, con giovani che parlano pure di atteggiamento intimidatorio di alcuni agenti e l'assenza di spiegazioni fornite al momento dei controlli.

"In tanti hanno testimoniato di essere stati avvicinati da polizia e carabinieri e di essere stati fotografati con in mano il documento di identità, sotto minaccia di essere scortati in questura – avevano infatti attaccato i sei consiglieri comunali in una nota stampa-: basta alle schedature indiscriminate dei giovani". "Stamattina al questore abbiamo espresso preoccupazione rispetto ai metodi e alla sensibilità che un'operazione di questo genere comporta, pur assicurando supporto e dialogo perché si tratta di un tema che riguarda non soltanto le forze dell'ordine ma tutta la cittadinanza -continua invece Santori-. Sarebbe però bastato dirlo prima: se lo avessimo saputo saremmo andati con loro. Un intervento di questo tipo andrebbe comunicato preventivamente, in modo da rassicurare i cittadini e spiegare che non si tratta di uno stato di polizia permanente, ma di un'operazione temporanea, nel weekend, per evitare situazioni spiacevoli. Qualche risultato è stato già ottenuto, però il messaggio è passato in maniera sbagliata. La nostra alzata di scudi ha quindi consentito di fare chiarezza. L'operazione dovrebbe proseguire ancora per qualche settimana, ma abbiamo chiesto di mettere i dati raccolti anche a disposizione dei servizi sociali e degli uffici per le politiche giovanili del comune -conclude Santori-, in modo che l'intervento strutturale che stiamo facendo anche noi come amministrazione per affrontare la questione possa contare su queste preziose informazioni”.

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