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Bolivia, 17enne violentata da quattro “amici” e lasciata morire: aveva ferite terrificanti

Jhoselin Monica Calani è morta due settimane dopo l’aggressione subita a Oruro, nella Bolivia occidentale. Quel giorno aveva passato la giornata in casa di alcuni amici, per poi risvegliarsi dolorante e confusa. Le ferite subite si sono rivelate troppo gravi. I suoi aguzzini – tutti tra i 16 e 17 anni – rischiano 30 anni di carcere.
A cura di Biagio Chiariello
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Una ragazza di 17 anni è morta dopo essere stata violentata in gruppo da quattro suoi “amici” che l'hanno poi abbandonata agonizzante. Jhoselin Monica Calani è deceduta in ospedale due settimane dopo il presunto attacco a Oruro, nella Bolivia occidentale. La giovane sarebbe stata aggredita dopo aver passato la giornata a bere con alcuni amici in una casa in città il mese scorso, ha riferito il procuratore Orlando Zapata ai media locali. I rapporti affermano che l'adolescente “ha perso conoscenza dopo due drink” e quando si è svegliata "non ricordava cosa fosse successo". Secondo il Ministero Pubblico, aveva "molto freddo", aveva "un forte dolore ai fianchi" e "difficoltà ad alzarsi". Jhoselin è riuscita a lasciare la casa ed è stata aiutata da alcuni passanti che l'hanno poi portata in un ospedale dove è stata ricoverata in condizioni critiche. Secondo quanto riferito, ha subito un intervento chirurgico ricostruttivo, ma alla fine le sue ferite si sono rivelate troppo gravi.

Il procuratore Zapata ha affermato che i sospetti – tutti di età compresa tra i 16 e i 17 anni – "hanno approfittato della loro situazione di amicizia". Sono stati tutti e arrestati ed attualmente in custodia cautelare mentre vengono indagati per stupro. “Avremmo dovuto celebrare la sua laurea e invece stiamo soffrendo. Voglio che sia fatta giustizia, devono pagare per quello che hanno fatto, non dovrebbero essere puniti con una condanna minore” ha detto la madre della vittima. Zapata ha affermato che gli investigatori sono ancora in attesa degli esami forensi per scoprire se i sospettati abbiano consumato droghe al momento del presunto attacco. Rischiano 30 anni di carcere se giudicati colpevoli, secondo quanto riferito.

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