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Bimbo strappato alla madre dopo divorzio, si ammala di tumore in comunità ma lei non può vederlo: “Disumano”

Il Garante per l’infanzia esprime grave preoccupazione e auspica che alla mamma del piccolo sia consentito fargli di visita e che allo stesso tempo vengano avviate verifiche per accertare se vi siano stati negligenza e ritardi nelle cure del piccolo mentre era in casa famiglia e poi col padre, come denuncia la madre.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

Strappato alla madre per ben due volte, insieme al fratello, durante un complesso iter giudiziario di separazione dei genitori, un bambino di 9 anni si è ammalato di tumore mentre era in casa famiglia e ora è ricoverato in gravi condizioni in ospedale dove però la madre non può fargli visita per nessun motivo. La straziante storia ora vede l'intervento anche del Garante per l'infanzia che esprime grave preoccupazione e auspica che alla madre sia consentito fargli di visita e che allo stesso tempo siano effettuate le verifiche del caso per accertare se vi siano stati negligenza e ritardi nelle cure del piccolo mentre era nella struttura in cui era collocato e poi col padre, come denuncia la madre.

l'esito disumano di decisioni fondate sulla pseudo-diagnosi di alienazione parentale"  denunciano invece da Differenza Donna. Dall'Associazione italiana impegnata nella difesa dei diritti delle donne e nella lotta contro la violenza di genere esprimono "sgomento e indignazione di fronte alla vicenda del piccolo di nove anni, oggi ricoverato in condizioni gravissime a causa di un tumore al cervello al quarto stadio, dopo mesi in cui i suoi malesseri – vomito, cefalee, svenimenti, alterazioni visive – sono stati attribuiti dai servizi sociali e dagli operatori giudiziari al malessere del bambino per la lontananza dalla madre".

La vicenda del bambino va avanti da anni e cioè dalla separazione dei genitori ed era stata già oggetto dell'attenzione mediatica proprio per le modalità con cui era stato strappato alla madre. Il bimbo col fratello era stato prelevato una prima volta nel 2022, con massiccio intervento di forze dell’ordine e addirittura pompieri, come testimoniato diversi filmati e collocato in casa famiglia. I bambini erano stati poi restituiti alla madre prima di un secondo allontanamento nell’ottobre 2024, quando i minori sono stati prelevati da scuola e collocati nuovamente in casa famiglia.

Secondo la madre, già pochi giorni dopo il piccolo aveva accusato alcuni malesseri che però i servizi sociali avrebbero trascurato derubricandoli a sintomi psicosomatici dovuti proprio all'allontanamento dalla madre.

"Ha presentato problemi di salute, con un primo accesso in pronto soccorso solo pochi giorni dopo il prelevamento. Da quanto sembra, i disturbi di Mattia sarebbero stati attribuiti al trauma da separazione e considerati di natura psicosomatica –da trattare quindi con terapia psicologica – e non sarebbero state effettuate tempestive visite mediche” costruisce l'autorità garante l’Autorità garante Marina Terragni.

A seguito di un aggravamento delle condizioni, un anno dopo, il bambino è stato portato in pronto soccorso nell'ottobre del 2025 quando gli è stato diagnosticato un tumore cerebrale al quarto stadio. Il bambino quindi sarebbe stato sottoposto anche a un intervento chirurgico ma alla madre viene ancora negata la possibilità di vederlo.

"Si poteva fare qualcosa molto prima, era finito già in pronto soccorso il 16 ottobre del 2024 e pochi giorni dopo la pediatra aveva prescritto una visita oculistica che non è stata fatta fino ad aprile quando io ho insistito e lì risulta la divergenza oculare" Ha dichiarato la madre al Corriere della Sera, aggiungendo: "Nonostante ci fossero tutti gli estremi per fare degli accertamenti approfonditi nessuno ha fatto nulla e il bambino è ridotto come è ridotto. Il tumore potrebbe essersi raddoppiato di mese in mese. Si è perso un anno perché?”

Anche la Garante  per i minori esprime grave preoccupazione e auspica a tutela del bambino e in base a principi di elementare umanità che alla madre sia consentito di fargli visita. "Sempre nella stessa ottica ritiene opportuno che le autorità preposte valutino la possibilità di accertare se vi siano effettivamente stati negligenze e ritardi nell’intervento medico, se i servizi sociali e la struttura in cui il bambino era collocato abbiano efficacemente tutelato la sua salute – e così il padre, presso il quale i minori risiedono da luglio 2025  e se l’iter giudiziario presenti eventuali irregolarità" spiega la garante dei minori

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