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Bari, stuprata dal paramedico in ambulanza: “Mi ha dato delle gocce, poi ha iniziato a toccarmi”

È agli arresti domiciliari il paramedico accusato di aver violentato una studentessa universitaria a Bari la notte di Halloween. Ai carabinieri la giovane ha raccontato i dettagli di quello stupro avvenuto a bordo di un’ambulanza.
A cura di Chiara Ammendola
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"Io ero distesa, lui in piedi e con le mani mi toccava le mie parti intime scostando la mutandina. Ero lì bloccata, mi sentivo stordita ed inerme. Avevo gli occhi chiusi, ma sentivo che lui mi stava addosso, sentivo i suoi versi di eccitazione, tutto si è svolto in pochi attimi. Lui si è approfittato di me che versavo in quelle condizioni. L'ho sentito ansimare, ho sentito il suo corpo sul mio". Come riportato da laRepubblica, è un racconto lungo e dettagliato quella della studentessa universitaria barese che ha denunciato di essere stata stuprata da un paramedico del 118 all'interno di un'ambulanza. La violenza sessuale si sarebbe consumata lo scorso 31 ottobre all'esterno del Palaghiaccio di Bari dove la giovane si era recata per partecipare a una festa con alcuni amici e dove ha iniziato a stare male dopo aver assunto dell'alcol. È a quel punto che è intervenuta l'ambulanza con a bordo il soccorritore, un uomo di 36 anni, che ora si trova agli arresti domiciliari per violenza sessuale.

Secondo quanto riferito dalla giovane studentessa alle forze dell'ordine che hanno raccolto la sua denuncia e poi dato via alle indagini che hanno portato all'arresto dell'uomo, quest'ultimo avrebbe abusato di lei dopo averle dato delle gocce: "Mi diceva che dovevo assumere delle gocce che sarebbero servite a non farmi vomitare – prosegue la giovane – ricordo che il paramedico aveva tra le mani un boccettino piccolo, mi chiedeva di aprire la bocca e poi mi versava dieci gocce direttamente in bocca" e "ricordo di essermi appisolata". In quell'ambulanza la ragazza ci è salita accompagnata da alcune amiche che preoccupate per il suo stato di salute, hanno deciso di affidarla al soccorritore che, come spesso accade in questi casi, era fermo con il mezzo di soccorso all'esterno del Palaghiaccio proprio in caso di malore e abuso di alcol da parte di qualcuno dei presenti alla festa. L'incubo è iniziato quando la giovane si è ritrovata da sola con lui, che dopo averla fatta stendere sul lettino, ha chiuso il portellone dell'ambulanza.

"Non so per quanto tempo sono rimasta appisolata, ma ricordo che poi ad un certo punto mi riprendevo un pochino, aprivo gli occhi e vedevo che quel paramedico che stava lì, mi guardava e con parole semplici mi spiegava che per stare meglio la soluzione era che o vomitavo oppure mi dovevo masturbare". Ricorda bene i pantaloni e la giacca arancione la ragazza e soprattutto ricorda la sensazione di qualcuno che la toccava nelle parti intime: "Io ero distesa, lui in piedi e con le mani mi toccava le mie parti intime scostando la mutandina. Ero lì bloccata, mi sentivo stordita ed inerme. Ricordo che lui faceva dei versi, quelli che fa un uomo quando è in fase di eccitazione e non ricordo però se diceva qualcosa, i versi però credetemi, li ricordo bene, ribadisco che erano quelli di un uomo molto eccitato. A quel punto chiudevo gli occhi e sentivo che lui si slacciava la cintura dei pantaloni".

Il paramedico ora è agli arresti domiciliari ma non è escluso, secondo gli inquirenti, che possa aver abusato anche di altre donne, approfittando del suo ruolo e della situazione di difficoltà nella quale si trovano le pazienti quando vengono soccorse. Ed è per questo che la ragazza, nonostante il dolore nel ripercorrere quei momenti, ha deciso di denunciare la violenza: "Quel paramedico, approfittando del suo ruolo, mi ha violentata e io non voglio che quanto accaduto a me possa accadere a qualche altra ragazza. Un medico o paramedico che sia, le salva le vite umane, aiuta chi sta male, non certo si approfitta di coloro che a lui chiedono aiuto. Quella notte del primo novembre quel paramedico non mi ha aiutato quando sono stata portata da lui perché stavo male, lui ha solo abusato di me".

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