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Aspetta 4 ore in pronto soccorso a Lucca, il figlio lo trova morto in barella

Secondo la denuncia dei famigliari del 76enne, l’uomo non avrebbe ricevuto né cure né assistenza e sarebbe morto prima ancora di essere visitato dai medici. L’Asl Toscana nord ovest si difende: “Era malato terminale ma appariva relativamente stabile; purtroppo, però, in pazienti di questo tipo un cambiamento repentino delle condizioni cliniche è sempre possibile”.
A cura di Antonio Palma
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Ci sarà una inchiesta dei carabinieri sulla morte di un anziano paziente deceduto al pronto soccorso dell'ospedale di Lucca dopo ore di attesa per ricevere le cure necessarie. I familiari dell'uomo, un 76enne di Bagni di Lucca, hanno deciso si denunciare l'accaduto presentando un esposto alla magistratura contro la struttura sanitaria, accusata di non aver garantito le cure necessarie al pensionato. Secondo la famiglia, infatti, l'uomo è deceduto su una barella del pronto soccorso dopo aver atteso per 4 ore senza che nessuno lo visitasse. Non solo, ad accorgersi della decesso non sarebbero stati i sanitari presenti ma lo stesso figlio dell'uomo che lo aveva accompagnato in ospedale. L'episodio risale al pomeriggio di giovedì scorso 4 ottobre quando il 76enne, già sofferente per una grave patologia di cui era affetto da tempo, è stato accompagnato in pronto soccorso intorno alle 13 per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute.

In ospedale però ha trascorso ore in attesa del suo turno e, secondo i parenti, non ha ricevuto né cure né assistenza e sarebbe morto quindi prima ancora di essere visitato dai medici. Sempre secondo la famiglia, il figlio ci avrebbe parlato per l'ultima volta intorno alle 16,30 quando gli era stato consentito di entrare nella zona chiusa al pubblico del pronto soccorso per alcuni minuti. Quando mezz'ora dopo l'uomo è potuto finalmente rientrare, grazie a un tesserino che gli era stato fornito, ha fatto la terribile scoperta: il padre era già deceduto in barella senza che nessuno se ne accorgesse. L'uomo ha subito avvertito medici e sanitari che però a quel punto non hanno potuto fare più nulla. Una ricostruzione ora al vaglio degli inquirenti che hanno già disposto l'autopsia sul corpo del 76enne.

Asl Toscana: "Malato terminale, c'è stato cambiamento repentino delle condizioni"

L’Azienda USL Toscana nord ovest, esprimendo vicinanza alla famiglia del paziente, dal suo canto però si difende e in una nota ricostruisce quanto sarebbe accaduto. "L’accesso al servizio è avvenuto alle 13,32. L'uomo è stato quindi triagiato (gli è stato assegnato un codice 3, "urgenza differibile") ed è stato accompagnato nella sala multifunzionale, cioè la sala interna, presidiata h24 da personale sanitario, dedicata ai pazienti in attesa di visita e di esami diagnostici" spiegano dall'ospedale di Lucca, aggiungendo: "Si trattava di un paziente in condizioni terminali, una situazione ben conosciuta dai familiari, ma al momento dei primi accertamenti in pronto soccorso il paziente appariva relativamente stabile; purtroppo, però, in pazienti di questo tipo un cambiamento repentino delle condizioni cliniche è sempre possibile e l’uomo, a seguito di un improvviso e rapido peggioramento, è andato in arresto cardiaco alle 16,56″. "Sono stati gli stessi medici del Pronto Soccorso di Lucca a richiedere subito il riscontro diagnostico" conclude la nota.

Una risposta da parte dell'Asl che però ha creato nuove polemiche. "La risposta della Asl sul caso del paziente deceduto in pronto soccorso all'ospedale San Luca di Lucca dopo ore di attesa per essere visitato non è accettabile, oltre che essere di cattivo gusto: il fatto di essere malati terminali non è un esimente, semmai anzi costituisce una aggravante rispetto alle circostanze che hanno portato alla scoperta del decesso da parte non dei sanitari dello spazio multifunzione dove era stata collocata la barella, bensì del figlio entrato fortuitamente per verificare le condizioni del papà" ha dichiarato infatti il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, aggiungendo: "Ho già presentato un'interrogazione per chiedere alla Regione di avviare un'inchiesta interna e attivare un audit clinico".

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