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“Appropriazione indebita” per la Green Network Spa: 166 milioni di oneri non versati che saranno scaricati sulle bollette

Nel mirino della Guardia di Finanza l’azienda attiva nella fornitura di luce e gas anche in Italia, finita nel mirino della procura di Roma che ha chiesto e ottenuto dal gip tre misure interdittive dei vertici e sequestro delle azioni. Fondi utilizzati per finalità incompatibili. 166 milioni di oneri non versati che saranno scaricati sulle bollette. La società respinge le accuse.
A cura di Biagio Chiariello
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“Esperti professionisti del settore” che “hanno sapientemente strumentalizzato a esclusivo vantaggio della propria impresa gli interventi della giustizia amministrativa che … sono stati invece distorti proprio per scaricare sulla collettività un modello di business incapace di assicurare il regolare adempimento delle obbligazioni assunte dall’impresa”. Per questo motivo la società Green Network S.p.A. è finita nel mirino del nucleo speciale beni e servizi della Guardia di Finanza: milioni di euro prelevati e mai versati al proprio fornitore che, avendoli già anticipati agli enti pubblici competenti, è stato poi costretto a richiederne il rimborso presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA). Per la precisione si parla di 166 milioni non versati dalla società venditore (reseller) di energia al produttore che in quanto oneri sono destinati a scaricarsi sulle bollette dei clienti. I magistrati romani hanno ha chiesto e ottenuto dal gip tre misure interdittive dei vertici e sequestro delle azioni, oltre al sequestro preventivo delle azioni della Green Network S.p.A. nonché il divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche e imprese per gli amministratori dello stesso gruppo, attivo nella fornitura di luce e gas sul territorio nazionale ed estero.

Appropriazione indebita per 166 milioni euro

Le indagini sono cominciate dopo una segnalazione pervenuta dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) alla Guardia di Fenza. Secondo l’accusa circa 166 milioni di euro sono stati distratti dall’incasso delle bollette, omettendo il versamento al proprio fornitore e-distribuzione che, avendole già anticipate agli enti pubblici competenti, è stato poi costretto a richiederne il rimborso presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA). Dai documenti esaminati dalle Fiamme Gialle emerge che la società di vendita ha trattenuto somme relative agli oneri generali di sistema, destinandole a finalità estranee agli obiettivi per cui la legge ne aveva preteso il versamento da parte dei titolari di utenze elettriche, nella maggior parte dei casi privati cittadini.

Le accuse nei confronti della Green Network

Si tratta in particolare degli "oneri generali di sistema" ovvero le ormai note componenti parafiscali della bolletta che incidono su questa in misura importante e che vengono imposte dalla legge per il perseguimento di target di interesse generale: sostenibilità ambientale, sostegno sociale, politica economica. In base alla disciplina di settore, l’omesso versamento degli oneri generali riscossi ha quale riflesso la cosiddetta socializzazione dei costi sulle bollette, ossia l’aumento degli oneri generali di sistema per far fronte agli ammanchi di denaro. La socializzazione dei citati oneri era stata in un primo momento prevista per garantire i cospicui flussi finanziari necessari agli obiettivi di interesse pubblico sopra indicati, fronteggiando le eventuali situazioni di morosità dei consumatori finali, morosità che tuttavia non c'è stata nel caso concreto. Dalle acquisizioni operate presso Green Network S.p.A. emerge che la società nell’anno 2019, a fronte di incassi accertati e originati dalle bollette per 331 milioni di euro ne ha riversati al proprio fornitore solamente 165, trattenendo dunque la differenza di 166 milioni, che è stata utilizzata per finalità non giustificate con quelle di interesse generale determinate per legge. Stando alle accuse allo stato mosse agli amministratori di Green Network hanno quindi sfruttato le maglie del sistema per appropriarsi a fini privati di una rilevante quota degli oneri incassati, destinandoli anche al sostegno delle difficoltà finanziarie della stessa azienda, riuscendo così a restare sul mercato, con correlativo danno sia per la controparte contrattuale (E-Distribuzione S.p.A. costretta comunque ad anticipare quelle cifre prima di ottenerne il rimborso dallo specifico conto pubblico) sia per la collettività, sulla quale è destinato a scaricarsi il peso economico della condotta oggetto di indagine.

La società respinge le accuse

Green Network Spa, in relazione a notizie recentemente apparse sulla stampa circa un presunto reato di appropriazione relativo ad oneri di sistema incassati dai propri clienti – per le quali il Giudice sta verificando il corretto riversamento ad Enel Distribuzione Spa – precisa quanto segue. Green Network ha sempre agito nel pieno rispetto delle Leggi, di ogni Legge, ed in particolare dellan specifica normativa in argomento emessa dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente – ARERA (Delibera 50/2018). Si evidenzia che gli importi che Enel Distribuzione e non già Green Network ha chiesto a rimborso alla Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA), si riferiscono ad una normale transazione stipulata fra le due società, preventivamente comunicata con la massima trasparenza all’Autorita’ di Regolazione ARERA, che non ha infatti avuto nulla da obbiettare.

Green Network pertanto respinge con fermezza qualsiasi accusa in merito e si riserva ogni azione in ogni sede nei confronti di coloro che dovessero divulgare notizie false o errate a tutela della propria reputazione e degli oltre 400 lavoratori dell’azienda e delle loro famiglie, che potrebbero del tutto ingiustificatamente vedere seriamente minacciato il loro posto di lavoro, in un periodo così grave e delicato come quello attuale.

Green Network ha affidato la propria difesa alla Professoressa Paola Severino che ha accettato.

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