Allarme bomba rientrato all’Alcoa: l’ordigno non poteva esplodere
Ore 13.20 – I candelotti non potevano esplodere. Gli otto candelotti fatti ritrovare sotto il traliccio dell’Alcoa erano innocui, non potevano in nessun modo esplodere: non c’era gelatina né altro materiale esplosivo. Quello di stamane è stato, insomma, solo un atto dimostrativo, simulato nei minimi dettagli. Questo è quanto accertato dagli artificieri.
Ore 12.30 – C’è l’innesco, la bomba poteva esplodere – Gli otto candelotti sistemati intorno al traliccio davanti all’ingresso dell’Alcoa di Portovesme sono collegati a un innesco. Da quanto si apprende, gli artificieri dovranno disattivare la corrente elettrica del traliccio prima di procedere al brillamento dell’ordigno. Intanto è arrivata la “ferma condanna” per un gesto sconsiderato da parte del sindacato della Fim-Cisl del Sulsic che ha commentato il ritrovamento degli otto candelotti. Il segretario Rino Barca ha sottolineato come la strategia delle bombe non appartenga alla storia e alla cultura dei lavoratori dell’Alcoa.
Update 12.15 – Scovati otto candelotti. Da un primo esame degli artificieri sul pacco sospetto sono emersi otto candelotti di esplosivo. Sono legati insieme quattro a quattro e sistemati a due dei lati del traliccio. Gli artificieri continuano a lavorare per capire se l’ordigno ha un innesco e se quindi potrebbe esplodere.
È allarme all’Alcoa per la segnalazione di un pacco sospetto rinvenuto nei pressi della sede dell’azienda sarda di Portovesme. Intorno alle 9 di questa mattina all’Ansa è arrivata la telefonata anonima di una donna che ha annunciato la presenza di esplosivo dinanzi allo stabilimento. È stata subito allertata la polizia che ha effettivamente trovato un involucro ai piedi di un traliccio della società Tetra: la zona è stata messa in sicurezza dagli uomini di Carbonia e della Digos mentre gli artificieri, giunti sul posto, stanno già lavorando all’eventuale ordigno.
Ieri gli operai sono scesi dalla torre – La tensione all'Alcoa continua così a salire mentre già quella di ieri era già stata una giornata importante per lo stabilimento sardo e per la protesta dei suoi lavoratori: dall’azienda avevano fatto sapere che nessuno si era fatto avanti per acquisire l’impianto e che dunque la strada resta quella della chiusura, inoltre vi era stata anche la resa dei tre operai che per quattro giorni hanno protestato dall’alto di un silo a 70 metri. Le condizioni di salute di uno dei tre erano peggiorate, tanto da convincerli a scendere dalla torre. A restare senza lavoro, per l’eventuale chiusura dell’Alcoa, saranno circa 500 operai.