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Attentato Berlino, Amri filmato alla stazione di Lione 3 giorni dopo la strage

Il tunisino presunto responsabile della strage di Berlino è stato ripreso alla stazione di Lione tre giorni dopo l’attentato costato la vita a 12 persone. Qui avrebbe comprato, pagando in contanti, il biglietto per Milano con corrispondenza a Chambery.
A cura di Susanna Picone
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Anis Amri, l'attentatore di Berlino.
Anis Amri, il presunto attentatore di Berlino.

Proseguono le indagini sull’attentato avvenuto ai mercatini di Natale di Berlino, dove il 19 dicembre un camion lanciato sulla folla ha provocato dodici vittime tra cui l’italiana Fabrizia Di Lorenzo. Il presunto responsabile dell’attentato è il tunisino Anis Amri, ucciso venerdì scorso a Sesto San Giovanni, nel Milanese, da due poliziotti italiani durante un controllo. Ora è emerso che Anis Amri era passato per la stazione di Lione Part-Dieu dove aveva acquistato un biglietto per Milano con corrispondenza a Chambery. Lo dimostrano le immagini delle telecamere di video sorveglianza della stazione nella città francese. Secondo Bfmtv, il pagamento del biglietto è avvenuto in contanti. Le immagini delle telecamere di sorveglianza sono ancora al vaglio degli inquirenti. Quando il sospetto terrorista è stato ucciso aveva con sé dei biglietti per il tragitto Lione-Chambery-Milano, ma uno dei due non era stato obliterato, il che aveva sollevato dubbi sul percorso effettivamente compiuto dall’uomo. Queste nuove rivelazioni accentuano gli interrogativi su come sia stato possibile che il giovane, ricercato in tutta Europa dopo la strage nei mercatini di Berlino, abbia potuto percorrere oltre mille chilometri senza che nessuno lo abbia intercettato.

Indagini sulla pistola del terrorista – Vanno intanto avanti anche le indagini sulla pistola calibro 22 che il tunisino aveva con sé al momento del conflitto a fuoco con i poliziotti nel Milanese. Gli investigatori tedeschi dovranno accertare se si tratti della stessa arma usata per uccidere il camionista polacco alla guida del tir utilizzato per la strage al mercatino di Natale. Nelle ultime ore inoltre le forze di sicurezza tunisine hanno smantellato una cellula terroristica composta da tre giovani tra cui il nipote di Amri, col quale il sospetto terrorista comunicava attraverso Telegram per poter eludere i controlli della polizia.

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