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Arrestato Vittorio Cecchi Gori: è accusato di bancarotta fraudolenta

L’imprenditore fiorentino è finito di nuovo in manette per il fallimento della società portante del suo impero cinematografico, la Fin.Ma.Vi. Nel 2008 il primo arresto per bancarotta fraudolenta della Safin Cinematografica: fu un crac da 24 milioni di euro.
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E' finito di nuovo in manette Vittorio Cecchi Gori, ancora una volta gli è stato contestato il reato di bancarotta fraudolenta. Era già successo nel 2008 quando il produttore cinematografico, ex presidente e protagonista dei tempi d'oro della Fiorentina che, con un certo Batistuta, mitragliava le porte avversarie a suon di gol, fu arrestato trascorrendo quattro mesi tra carcere e arresti domiciliari per il fallimento della Safin Cinematografica.

All'epoca dei fatti, era il 3 giugno del 2008, si è proceduto all'ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip di Roma, Guicla Mulliri e richiesta dal pm Stefano Rocco Fava, per il crac finanziaro da 24 milioni di euro della Safin. L'azienda era specializzata nella produzione dei lungometraggi che hanno fatto la fortuna dell'ex Re del cinema italiano. Una nota della Guardia di Finanza spiegava che la Safin fu "deliberatamente condotta al dissesto e svuotata del suo patrimonio in favore di altre società" collegabili allo stesso gruppo del produttore fiorentino. Gli avvocati di Vittorio Cecchi Gori, Massimo Biffa e Antonio Fiorella, presentarono istanza accolta dallo stesso gip Mulliri che decise di revocare gli arresti domiciliari, in quanto non esistevano più gli estremi per la detenzione cautelare e la società fu posta in fallimento a partire dal 5 dicembre 2008.

Oltre al procedimento contro la Safin Cinematografica, c'era un'altra inchiesta che riguardava da vicino l'imprenditore: quello relativo al fallimento della Fin.Ma.Vi., considerata la vera "cassaforte" della proprietà Cecchi Gori. Sul crac relativo alla Fin.Ma.Vi. ancora una richiesta di custodia cautelare preventiva del pm Stefano Rocco Fava e di Lina Cusano. Il passivo della società portante dell'impero cinematografico dell'imprenditore è stavolta di 600 milioni di euro attraverso, si legge in una nuova nota della Gdf, "strumentali operazioni di finanziamento a favore di altre società a lui riconducibili, tra cui due società statunitensi". Queste due società, la Cecchi Gori Pictures e la Cecchi Gori Usa, avevano vinto nel marzo 2011 una causa intentata contro la Hollywood Gang Production di Gianni Nunnari che è stata obbligata a versare nelle casse delle due società la somma di 14 milioni di dollari. Una somma che è stata subito posta sotto sequestro dal Tribunale di Roma, per liquidare e soddisfare i creditori della Fin.Ma.Vi.

Vittorio Cecchi Gori è stato sicuramente un personaggio influente della cultura televisiva italiana degli anni '80 e '90. Seguendo le orme del padre, Mario, ha dato vita ad un'intensa attività imprenditoriale, tra cinema, calcio e nuovi media, arrivando ad entrare nell'azionariato dell'estinta Telepiù e cavalcando l'ambizione di rompere il duopolio televisivo di allora, Rai-Fininvest, con l'acquisto nel 1995 delle reti TMC e VideoMusic. Ma dal 2001 sono iniziati i primi guai finanziari per l'imprenditore amato/odiato dalla sua Firenze: dal fallimento della Fiorentina fino all'ordinanza di custodia cautelare scattata questo lunedì.

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