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Armi, Luigi Di Maio: “Non ci sarà nessuna norma per farle proliferare, non è nel contratto”

Il vicepremier Luigi Di Maio, nell’intervista di questa sera a ‘Di Martedì’ ha ribadito la posizione del M5S sulle armi: “Se vedo che dopo una legge sulla legittima difesa si presenta un’altra legge da parte delle Lega che dice che dobbiamo far proliferare le armi, quello non è nel contratto”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il vicepremier Luigi Di Maio, durante l'intervento a ‘Di Martedì', ospite di Giovanni Floris, ha dissipato ogni dubbio: non ha disertato "per ripicca" il Consiglio dei ministri di questa sera per protestare contro la decisione di Matteo Salvini di far saltare il ‘Salva Roma' dal decreto crescita, che era stato approvato lo scorso 4 aprile ‘salvo intese', e che ora otterrà il varo definitivo. Salvini aveva annunciato l'intenzione di stralciare la misura dal decreto, spiegando di averne anche discusso con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

La tensione è alle stelle, tante le questioni sul tavolo che portano allo scontro tra i due alleati del governo giallo-verde, dal caso Siri alle celebrazioni per il 25 aprile, alle quali il ministro degli Interni non parteciperà: "Il 25 aprile è una nostra festa nazionale, che è il percorso che ci ha portato alla nostra Costituzione, che va ancora attuata in molte parti. Ma quando festeggiamo il 25 aprile è anche momento in cui ricordiamo i nostri nonni e bisnonni che hanno fatto enormi sacrifici per permetterci di attuare quella costituzione. Se qualcuno dice festa estremisti di sinistra, io dico è anche la festa di mio nonno e bisnonno, e di una storia che dobbiamo rispettare", ha detto Di Maio in trasmissione.

"Io non la prendo sul personale se Salvini attacca Raggi, il tema è che io sto chiedendo che uno sotto indagine per corruzione vada a casa e Salvini apre sul personale, ma non capisco cosa c'entrano le due cose", ha aggiunto, riferendosi al caso del sottosegretario ai Trasporti.

Il capo politico del M5S sostiene che comunque il livello dello scontro non impedisce al governo Conte di lavorare, ma non nega che ci siano dei forti dissidi, "perché il tema del caso Siri non è un tema qualunque". E ancora: "Il caso Siri è un inedito, nel governo non avevamo un altro indagato per corruzione che riguarda la mafia. Quando succedono queste cose, sono i cittadini i primi a dirmi ‘liberatevi di questi e andate avanti con la Lega, perché crediamo in questo governo'. Se lo avessero fatto decadere la settimana scorsa, ora staremmo a parlare di altro". Secondo Di Maio Armando Siri, accusato di aver intascato una mazzetta, dovrebbe "mettersi in panchina", finché non avrà dimostrato la sua innocenza, "poi sarò io stesso a riproporgli di fare il sottosegretario. Non possiamo aspettare una settimana per una risposta della Lega, ci diano una risposta e continuiamo a lavorare", ha aggiunto.

Dopo la foto che il responsabile comunicazione di Salvini, Luca Morisi, ha pubblicato nel giorno di Pasqua, con un mitra in primo piano, Luigi Di Maio, che non è intervenuto in modo netto sulla polemica, ribadisce la posizione del M5S sulle armi: "Il M5S oltre alla funzione di governo ha anche la funzione di argine a certe politiche. Come quella delle armi. Se vedo che dopo una legge sulla legittima difesa si presenta un'altra legge da parte delle Lega che dice che dobbiamo far proliferare le armi, quello non è nel contratto". Come hanno sottolineato fonti pentastellate, il Movimento non ha attaccato pubblicamente Morisi perché quell'immagine era solo "un'arma di distrazione di massa", per distogliere l'attenzione da altri dossier: quella foto, pubblicata proprio nel giorno della la strage in Sri Lanka, avrebbe sicuramente suscitato clamore, e non sarebbe stata scelta per caso.

A proposito della legge di bilancio ha poi ripetuto che, contrariamente a quanto affermava il ministro dell'Economia Giovanni Tria, "L'Iva non aumenterà neppure quest'anno. C'è una cosa che sta preoccupando l'Europa, la guerra dei dazi tra Usa e Cina in cui l'Europa è rimasta schiacciata. Adesso abbiamo le elezioni europee il 26 maggio e potremmo svegliarci il 27-28 maggio con un Parlamento europeo in cui nuove forze possono essere determinanti il che vuol dire che potremo cambiare alcune regole sull'austerity perché per me ci vuol un salario minimo orario a livello europeo perché tutti possano guadagnare quanto serve per arrivare a fine mese, togliere sanità e infrastrutture dal computo del deficit-pil che ci impediscono di fare gli investimenti", ha aggiunto, sottolineando che "sarà un anno nel quale ci saranno cambiamenti anche a livello europeo e quelli ci serviranno ancora di più per la legge di bilancio". 

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