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L’ambasciatore italiano che riceve i neofascisti a sua insaputa

Finisce in parlamento con un’interrogazione parlamentare di 8 senatori Pd al ministro Alfano, la foto che ritrae l’Ambasciatore d’Italia in Kenia stringere la mano ad un esponente del gruppo neofascista Lealtà e Azione. Intanto arriva una presa di posizione dall’Ambasciata: “Incontro in buona fede ma l’Ambasciatore non era al corrente dell’affiliazione politica del gruppo”.
A cura di Valerio Renzi
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Continua a far discutere la foto della stretta di mano con consegna del gagliardetto dei ‘Lupi delle Vette', tra un esponente del gruppo neofascista Lealtà e Azione e l'Ambasciatore d'Italia in Kenia Mauro Massoni, raccontato alcuni giorni fa da Fanpage.it. Ora il caso dell'incontro avvenuto a Nairobi è arrivato anche in parlamento, grazie ad un'interrogazione presentata al Senato da otto esponenti del Partito democratico, tra cui Vannino Chiti e Monica Cirinnà, e rivolta al ministro degli Esteri Angelino Alfano. Nella loro interpellanza i senatori chiedono "come valuta il ministro degli Esteri, se verrà confermato quanto riportato dalla stampa, il comportamento assunto dal massimo rappresentate della diplomazia italiana in Kenya e quali provvedimenti intenda assumere nei suoi confronti".

La foto è stata pubblicata sulla pagina Facebook dei ‘Lupi delle Vette', il gruppo escursionistico legato alla sigla di estrema destra nata dal circuito skinhead di Milano e Lombardia. Assieme all'ambasciatore Massoni c'è Riccardo Colato, 28 anni, uno dei leader della nuova generazione di Lealtà e Azione, che in quest'ultimo anno ha allargato le sue attività aprendo sedi a Genova e Firenze, e facendo parlare molto di sé per le marce con saluti romani nei cimiteri dove sono sepolti i caduti della Repubblica Sociale e della ‘rivoluzione fascista', come il Campo X del cimitero monumentale di Milano.

La risposta dell'Ambasciata italiana in Kenia

Mentre il caso arriva in parlamento, su Twitter con una serie di cinguettii l'account ufficiale dell'Ambasciata a @ItalyinKenya, così risponde al collettivo di scrittori Wu Ming che per primo ha alzato il caso: "In relazione alla vicenda dell’incontro dell’Ambasciatore con un rappresentante del gruppo “Lupi delle vette”, si esprime rammarico per non avere effettuato preventivi controlli sull’opportunità dell’incontro stesso, che era stato richiesto solo per un saluto e un ringraziamento a seguito delle informazioni in precedenza fornite dall’Ambasciatore sulle condizioni di sicurezza in Kenya. L’Ambasciatore non era al corrente dell’affiliazione politica del gruppo né ciò è emerso durante la breve conversazione, che ha riguardato principalmente la spedizione sul Monte Kenya e l’impresa a suo tempo compiuta da Felice Benuzzi. Nel colloquio è, inoltre, emersa l’intenzione dell’interlocutore, una volta tornato in Italia, di organizzare una raccolta fondi per sostenere attività umanitarie in Kenya. L’assoluta buona fede con la quale è stato accordato l’incontro è peraltro in linea con l’impegno di consentire, per quanto possibile, a ogni connazionale che lo desideri di avere un incontro con l’Ambasciatore. Si riconosce che ciò non avrebbe dovuto esimere l’Ambasciatore da una riflessione sulla opportunità dell’incontro".

Cosa ci faceva Lealtà e Azione in Kenia

Gli scalatori di Lealtà e Azione erano nel paese africano sulle tracce di Felice Benuzzi, diplomatico e alpinista che fuggì da un campo di prigionia inglese nel 1943 con due compagni per scalare il Monte Kenia. Un'impresa celebrata dal regime di Mussolini in guerra come atto di patriottismo, e proprio per questo ripetuta dai neofascisti nostrani pochi giorni fa ammaliati dall'epica storia di quei soldati che "non rinnegarono di combattere dalla parte sbagliata" (come scrivono loro stessi). Peccato che Benuzzi quelli di Lealtà e Azione proprio non li avrebbe voluti come compagni di cordata: dopo l'8 settembre scelse di collaborare con gli alleati e, seppur non fu mai un antifascista dichiarato sotto il regime servendo come funzionario coloniale, vale la pena sottolineare come sposò una donna ebrea nascondendone le origini per evitare le persecuzioni dopo le leggi razziali.

Lealtà Azione e il circuito Hammerskin

Lealtà e Azione, il cui simbolo sono un lupo e un gladio, è formalmente un'associazione culturale, che negli anni ha intrattenuto fitti rapporti con le forze politiche del centrodestra, candidandosi come indipendenti e dando indicazione di voto per alcuni candidati ritenuti ‘amici'. L'ultimo tassello di questi rapporti è rappresentato dall'elezione di un consigliere in zona 8 a Milano alle ultime elezioni comunali nelle file della Lega. La storia di Lealtà e Azione è legata a doppio filo a quella della sezione italiana di Hammerskin, il network internazionale naziskin nato negli Stati Uniti.

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