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Amazon apre la prima libreria a Seattle: concorrenza sleale o vantaggio per l’editoria?

Si inaugura oggi la prima libreria di Amazon a Seattle, negli Stati Uniti. La grande compagnia di e-commerce ha lanciato il suo progetto di vendita “reale” con uno store che conta oltre 6 mila titoli, scelti non più in base alle proposte di mercato ma alle preferenze dei lettori: sugli scaffali, i libri valutati “a 5 stelle” su Amazon.com, allo stesso prezzo del sito web. L’evento ha sollevato pareri contrastanti, soprattutto nel mondo della piccola editoria indipendente.
A cura di Federica D'Alfonso
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Amazon ha inaugurato oggi la sua prima libreria "reale". Situata nel centro commerciale University Village di Seattle, nello stato di Washington, la nuova "Amazon Books" nasce nella stessa città dove nel 1994 Jeff Bezos aveva fondato il colosso dell'e-commerce ormai noto in tutto il mondo. La libreria metterà a disposizione dei clienti circa 6 mila titoli, ha annunciato il vicepresidente di Amazon Books Jennifer Cast, scelti in base alle votazioni e agli ordini degli utenti del web, alle valutazioni e alle quotazioni dei libri su Goodreads, il social network dedicato ai libri di proprietà di Amazon. Un nuovo tipo di mercato, quello proposto da Amazon Books, che tiene conto soprattutto dei gusti e delle richieste del cliente piuttosto che delle proposte delle case editrici: molti dei libri in vendita hanno vinto premi letterari, ma in generale gli scaffali ospiteranno prevalentemente i libri "a 5 stelle", quelli cioè che hanno ottenuto le valutazioni migliori dagli acquirenti del web, e ognuno di questi sarà accompagnato dalla votazione e da una recensione pubblicata dagli utenti sul sito.

500 metri quadrati di libri, posizionati sugli scaffali non come una libreria normale, ma sul modello Blockbuster: la copertina è in mostra, in modo da attirare ancora di più l'attenzione su di sé. Il prezzo dei libri in vendita sarà uguale a quello del sito di Amazon, e si potranno acquistare anche tutti gli altri prodotti della società, come il Kindle, l'Echo, la Fire tv e il tablet Fire. Un'iniziativa basata sul "client-friendly", sull'attenzione totale all'acquirente, come testimonia l'idea di un'area dedicata ai libri preferiti dallo staff di Amazon. In occasione dell'apertura sugli scaffali compaiono i libri scelti direttamente da Jeff Bezos: "The Gift of Fear" di Gavin de Becker, "The Five Love Languages" di Gary Chapman e "Traps", il libro scritto dalla moglie dell'imprenditore statunitense, MacKenzie Bezos.

l'interno della Amazon Books di Seattle
l'interno della Amazon Books di Seattle

Ma perché aprire una libreria fisica, soprattutto per un gigante del mercato del web come Amazon? Da un lato, la decisione coinciderebbe con una fase calante delle vendite degli ebook negli Stati Uniti. Alcuni dati del 2015 infatti hanno confermato la crescita di vendite delle librerie non virtuali, e in particolare di quelle indipendenti. Dunque la mossa sarebbe finalizzata a riconquistare una posizione di vantaggio nel mercato editoriale, e anche ad agganciare quella fetta di utenza ancora restia ad affidarsi all'e-commerce. "La libreria sarà un'estensione della piattaforma Amazon.com e potrebbe essere la prima di una lunga serie", ha dichiarato Jennifer Cast, vice presidente di Amazon Books. Negli Stati Uniti l'esperimento è già una realtà, accolta con favore sia dagli addetti ai lavori che dai lettori, ma l'evento ha suscitato qualche perplessità nel Regno Unito, dove, se l'esperimento riuscisse positivamente, potrebbe aprire un altro Amazon Books.

alcuni titoli della prima Amazon Books di Seattle
alcuni titoli della prima Amazon Books di Seattle

Pareri contrastanti

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La mossa ha sorpreso gli eterni critici di Amazon, soprattutto quelli appartenenti al mondo delle librerie tradizionali, che fin dalla nascita di Amazon.com avevano guardato al colosso di Internet come alla causa della distruzione dell'industria editoriale. L'apertura di uno store fisico rilancia in parte la cultura dell'acquisto tradizionale, restituendo qualche speranza ai venditori, ma per il particolare tipo di vendita basato sulle statistiche online e sulla preferenza del lettore, il sistema rischia di divenire un vero e proprio monopolio. Molti piccoli editori indipendenti hanno dato il loro parere negativo sulla questione, ma tanti altri hanno guardato all'apertura dell'Amazon Books come un passo in più verso un rilancio dell'editoria in generale, seppure in una forma "ibrida".

La preoccupazione principale è quella di avere a che fare con una concorrenza sleale: le piccole e medie realtà librarie non sarebbero in grado di competere con l'enorme potere d'acquisto di un colosso come Amazon. Questo il parere che è giunto dal settore dell'editoria indipendente britannica: la portavoce di Bookish, Emma Corfield, ha affermato che "se lo store dovesse aprire anche in Inghilterra sarebbe molto preoccupante. Se Amazon riuscisse a sfruttare l'enorme potere d'acquisto potrebbe spazzare via le altre librerie nelle grandi città".

Juliet Mabey, fondatrice di Oneworld, una casa editrice indipendente inglese, ha espresso invece il proprio favore per l'iniziativa: con Amazon Books l'esperienza reale di lettura e acquisto dei libri trova nuova forza, un processo importantissimo in un'epoca in cui il digitale prevale sul cartaceo. Hazel Cuscino, fondatore di Accent Press, si è detto entusiasta dell'apertura della libreria Amazon: "Permetterà ai lettori l'accesso ad una gamma diversificata di pubblicazioni, dai titoli da nicchia e indipendenti fino agli editori tradizionali e aziendali", ha detto. Secondo Cuscino, Amazon mira a soddisfare le richieste del lettore, che non bada alla differenza commerciale fra un libro pubblicato autonomamente e uno uscito da una grande casa editrice: "Amazon Books aiuterà i lettori a scoprire nuovi autori, perché non ha gli stessi pregiudizi contro il self publishing che invece hanno altri rivenditori".

Non ancora ipotizzata, ma probabile qualora l'esperimento di Seattle riuscisse, è l'eventualità dell'apertura di altri store in altri Paesi. Un cambiamento importante nel mondo del mercato editoriale tradizionale, che da tempo sembra incerto e in calo: e in Italia, cosa accadrebbe se al colosso "Mondazzoli" si affiancasse una realtà come quella di Amazon? Un vantaggio per il debole mercato indipendente, o un'ulteriore motivo di preoccupazione per la già tanto discussa editoria made in Italy?

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