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Alfano torna alla carica: “Abolire l’articolo 18 entro fine mese”

Il ministro dell’Interno non ha dubbi: “È solo un totem anni ’70, servono atti straordinari”.
A cura di Redazione
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Messe da parte (per il momento) le polemiche sulla riforma della Costituzione, la politica apre un nuovo fronte polemico con le dichiarazioni contenute nell'intervista di Angelino Alfano a La Repubblica. Il ministro dell'Interno, infatti, riporta al centro del dibattito l'abolizione dell'articolo 18, questione che sembra tornare ciclicamente ad ogni cambio di Governo o avvio di legislatura. Commentando il decreto "Sblocca Italia", infatti, Alfano riconosce che si tratti di un passo nella giusta direzione, ma spiega: "Noi suggeriamo al governo altre tre mosse in tre mesi. La prima: dare un segnale di forte semplificazione delle regole con l'abolizione dell'art. 18 entro la fine di agosto. La seconda: pagare 15 miliardi di debiti della pubblica amministrazione entro fine settembre. Terza: la delega fiscale, che per noi significa centralità della famiglia, semplificazione, possibilità per gli imprenditori, come già avviene con l'Iva, di pagare le tasse non quando fatturano ma solo quando incassano".

Prevenendo possibili obiezioni, il leader del Nuovo Centro Destra mette le mani avanti: "È normale che ci siano argomenti che dividono perché questo governo è nato dall'incontro di forze politiche che alle elezioni si erano presentate su fronti opposti. Ma abbiamo scelto di fare un tratto di strada insieme per uscire dall'emergenza e per noi l'abolizione dell'art. 18 a questo punto diventa necessaria. Anche se il luogo più naturale sarebbe la delega Lavoro, chiediamo che se ne discuta subito per poi inserirlo nel decreto Sblocca-Italia a fine mese". A dare legittimità alla mossa dell'esecutivo sarebbero dunque le condizioni del sistema economico e produttivo italiano, ancora duramente provate dalla crisi economica, nonché il "riconosciuto" stato di emergenza politico istituzionale. Chiosa infatti Alfano: "Mi rendo conto che non sarà una cosa semplice, ma questo governo non è nato per gestire l'ordinario ma per fare cose straordinarie".

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